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Chiesa: “Mi sento in un top club. Sul mercato…”

Classe 1997, ma già un ruolo da protagonista: Federico Chiesa è il presente e il futuro della Fiorentina. Il rinnovo di pochi giorni fa fino al 2022 lo ha ulteriormente legato ai colori viola, ormai diventati definitivamente suoi. Al Corriere della Sera, il talento dell’U21 ha raccontato della sua infanzia, della sua chiamata in prima squadra e del suo futuro: “Ho iniziato a giocare a calcio nella Settignanese. Non avevo un gran fisico e mi mandavano con i più piccoli, qualche volta mi sono scoraggiato. Devo ringraziare mio padre e mia mamma Francesca, che mi hanno sempre sostenuto, scegliendo le parole giuste al momento giusto. Poi alla Fiorentina tutto è successo velocemente – ha continuato – Due estati fa ero partito per il ritiro estivo senza sapere quale sarebbe stato il mio destino. E invece, nel giro di pochi giorni, Paulo Sousa ha deciso di tenermi in gruppo. Mi ha fatto esordire alla prima giornata sul campo della Juventus, che a Firenze non è una partita come le altre. Un’esperienza indimenticabile e un atto di grande fiducia. E pensare che ero già contento di essere entrato nell’elenco dei convocati. Difficile raccontare cosa ho provato. Di sicuro non lo scorderò mai”. Umiltà, prima di tutto. E i consigli di papà Enrico… “Non sono ancora un calciatore vero, mio padre dice che prima di diventarlo bisogna giocare 300 partite in serie A. Io ho appena tagliato il traguardo delle 50 con la Fiorentina. Siamo diversi, il suo tiro era formidabile, io ci sto lavorando. Però quando parto palla al piede mi ingobbisco come faceva lui. Vivo tutto con leggerezza, senza pensarci troppo. È cambiato, invece, il rapporto con la gente. Ora quando vado in centro i tifosi mi riconoscono, mi fermano, mi chiedono un selfie o un autografo. Per il resto non mi sento diverso. Il privato lo custodisco gelosamente. E gli amici sono gli stessi di sempre. Le aspettative sono uno stimolo. La mia filosofia è la stessa del giorno in cui sono andato a Moena: dare l’anima a ogni allenamento. Si dice che sono diventato uno dei leader. Io la vedo in maniera diversa: ogni settimana devo dimostrare che merito una maglia da titolare. Il lunedì, nessuno deve sentirsi sicuro del posto”.

Fonte: SkySport

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