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Sei Nazioni, Italia-Inghilterra 15-46

Non è proprio una batosta, non è un’asfaltata ma è pur sempre una sconfitta, una dura sconfitta, un pesante 15-46, con calo nel finale, non proprio un crollo, con 3 mete subite nell’ultima dozzina di minuti. 7 mete a 2 (Benvenuti e Bellini), tante, per l’Inghilterra che, se non ci fossero gli All Blacks, sarebbe, la squadra più forte del mondo, con gli ultimi due Sei Nazioni vinti. Continuità, consapevolezza, perfezione nell’esecuzione, grande difesa, ottima mischia, gambe veloci con Watson (2 mete come Simmonds) e molto di più per gli inglesi. E allora perchè gli azzurri non sono stati travolti? Buonismo italiano? Macchè: stavolta l’Italia ha provato a giocare, ha costruito, anche con fantasia in attacco, più movimenti offensivi, non la triste dignitosa difesa per non prendere troppi punti.

Qualche lacuna in difesa, soprattutto all’inizio della partita, qualche errore, con disciplina da rivedere, vecchio problema quello dei falli, e poco cinismo. Sette esordienti su quindici nel Sei Nazioni, bene Minozzi, l’estremo e in terza linea Giammarioli, Negri, e nessun equiparato in campo quando il neozelandese-azzurro Budd è uscito a venti minuti dalla fine. Per molti, quando leggeranno il risultato,, non sarà cambiato niente, però l’atteggiamento è diverso, nello spirito dei miglioramenti messi in campo da Zebre e Benetton, con un rugby almeno più divertente, godibile, da guardare. Non è molto, è pur sempre qualcosa, qualcosa di diverso nella solita sconfitta.

Fonte: Sky

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