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12 domande sulla Serie B

Il Palermo sulla carta sembra avere una rosa fuori categoria ma è comunque secondo, cos’ha in più e cos’ha in meno rispetto alle altre prime in classifica?

Nelle 24 giornate giocate fino adesso il Palermo ha perso solo tre partite. La prima sconfitta è stata quella in casa col Novara, poco dopo che Zamparini (per la seconda volta in meno di un anno) aveva detto di voler cedere la squadra a fine stagione. La seconda, 0 a 3 col Cittadella, è arrivata due giorni dopo l’istanza di fallimento chiesta dalla procura di Palermo. La terza è arrivata nella partita con l’Empoli, 24 ore dopo che il tribunale fallimentare di Palermo aveva prorogato la decisione sull’istanza di fallimento.

Quando si parla di Palermo vanno considerati sia l’aspetto tecnico che societario. La squadra di Tedino è la chiara favorita del campionato, e sta cercando di mantenere le aspettative, ma la sua partita si sta giocando in due campi e non sembra dipendere tutto da lei. Quella sopra ai rosanero è una spada di Damocle pericolosa e ingombrante, e dura da diversi mesi.

La stagione è iniziata col mancato passaggio di proprietà alla cordata di Baccaglini (Zamparini ha parlato di “impegni disattesi”) e la perquisizione della sede da parte della guardia di finanza. A questo si aggiungevano i problemi personali di Zamparini (che ha ammesso più volte di voler cedere la società, in rosso) e le proteste di una tifoseria in aperto contrasto con la proprietà. Ai problemi giudiziari (l’istanza di fallimento è ancora in ballo) si uniscono anche quelli tecnici, complice la forte presenza di giocatori nazionali (ogni pausa internazionale è una diaspora, e compromette la continuità della squadra).

All’esordio in Serie B, Bruno Tedino è riuscito a cementare una squadra sul baratro del collasso, districandosi tra i problemi ambientali e logistici con una invidiabile tranquillità. Nonostante la sconfitta con l’Empoli, i risultati sono più che buoni: il Palermo è a soli 3 punti dal primo posto, è la seconda squadra meno battuta del campionato e sta valorizzando i tanti giovani presenti in rosa. A questo si aggiunge il merito di aver rigenerato giocatori come Jajalo, Aalesami e Chocev, reduci dal trauma dello scorso anno.

Nonostante un’estate concitata, il Palermo resta una squadra di assoluto livello. I rosanero hanno confermato buona parte dell’organico, aggiungendo titolari “di categoria” (Pomini e Bellusci) e inserendo giovani di livello (Gnahoré, Coronado e Murawski su tutti). Secondo i dati Transfermarkt il Palermo ha la rosa di maggior valore della Serie B: 29,23 milioni, quasi 5 più del Frosinone. Nestorovski, Trajkovski, Struna, Chocev e Rispoli sono un lusso, per la categoria, e non stanno deludendo. Insomma, il Palermo è una corazzata fragile, che ha grandi qualità tecniche (e tattiche) e tanti problemi. Se la squadra di Tedino riuscirà a mantenere la sua serenità, concentrandosi sul campo, potrebbe riuscire ad allineare i risultati alle aspettative.

L’Empoli può continuare a giocarsela fino alla fine per la promozione diretta?

L’andamento della stagione dell’Empoli è stato finora a dir poco ondivago. I toscani, guidati da Vincenzo Vivarini, avevano dimostrato di essersi ambientati subito bene alla categoria, tanto da raggiungere la testa della classifica dopo la vittoria interna contro il Foggia e mantenerla per quattro giornate.

Dopo questo buon inizio e nonostante la coppia Caputo-Donnarumma continuasse a macinare gol, l’Empoli è però entrato in una spirale negativa che ha portato alla discussa decisione del presidente Corsi di esonerare Vivarini e sostituirlo con Aurelio Andreazzoli, discepolo di Spalletti ed ex Roma. Il cambio in panchina ha portato nuova linfa agli azzurri: abbandonata la difesa a 3, Andreazzoli è passato al 4-3-1-2 a rombo, modulo con cui l’Empoli aveva affrontato la scorsa stagione e dunque ben conosciuto da giocatori come Krunic, Pasqual, Veseli e Zajc.

Proprio Miha Zajc, centrocampista sloveno classe ‘94, è stato l’emblema del cambio di guida tecnico: dopo aver giocato solo quattro partite da titolare sotto la gestione Vivarini, Andreazzoli lo ha riportato nel suo naturale ruolo di trequartista e lui ha risposto con due gol e cinque assist in cinque partite, mostrando una tecnica di livello e ottime abilità negli inserimenti. Fin dalla sua prima partita sulla panchina empolese, poi, il tecnico toscano ha sfruttato i punti di forza del centrocampo a rombo, schierando una squadra sempre corta e pronta a cercare con costanza la profondità. I risultati non sono tardati ad arrivare: dopo uno scialbo pareggio casalingo contro il Brescia, l’Empoli si è prima sbarazzato di Perugia e Ternana e ha poi fatto la voce grossa con due 4-0, il primo recapitato a domicilio al Bari e il secondo, ancora più clamoroso, nello scontro al vertice contro il Palermo. La sensazione è che Andreazzoli sia riuscito a trovare la quadratura del cerchio per una rosa di primissimo ordine, con due attaccanti fuori categoria come Caputo e Donnarumma e destinata a giocarsi la promozione diretta fino all’ultima giornata.

Fonte: SkySport

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