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Un gol del Manchester City da vedere e rivedere

L’azione comincia in modo banale: una punizione all’altezza del centrocampo causata da un pestone di Kolasinac su Bernardo Silva. Punizione che viene battuta all’indietro mentre le immagini si soffermano sul laterale bosniaco dell’Arsenal, inquadrato per sottolineare il cartellino giallo appena ricevuto, che ad ampi gesti invita i compagni al pressing. Il piazzato battuto da Walker arriva sui piedi di Kompany che di prima intenzione gioca nuovamente sull’inglese. La palla è troppo lenta per arrivargli sui piedi e, guardando dietro la spalla destra, l’ex Tottenham vede arrivare Welbeck di gran carriera, costringendolo ad affrettarsi incontro al pallone per rigiocare nuovamente indietro verso il centrale belga. A quel punto dovrebbe scattare la trappola del pressing dell’Arsenal.

Welbeck continua la sua corsa, stavolta proprio verso Kompany, impedendo un’ulteriore passaggio verso Walker; Aubameyang si alza per tagliare fuori Otamendi che era avanzato e sta tornando indietro per offrirsi al compagno; Gundogan, l’opzione più vicina, è marcato da Ozil. Così, De Bruyne si offre per ricevere palla abbassandosi: Kompany gioca un passaggio non proprio perfetto, calciando la palla poco prima che Welbeck gli arrivi addosso. De Bruyne sembra preso in controtempo, Xhaka lo segue da vicino e sta per arrivare su di lui con una certa irruenza, ma il centrocampista di Guardiola riesce, in caduta, a toccare di sinistro per Walker. La palla rimbalza leggermente ma il terzino ha comunque il tempo di controllare di destro e con lo stesso piede di servire Agüero, sceso in supporto, portandosi dietro Koscielny. Il “Kun” tocca di prima per De Bruyne che ritocca subito verso l’argentino, che dribbla all’indietro.

Guardiola una volta ha detto “Non è il possesso o il fatto di giocare ad un tocco che conta, ma l’intenzione che c’è dietro”: l’intenzione è disorganizzare l’avversario e a questo punto dell’azione lo scopo è raggiunto.

Dietro allo smantellamento della struttura avversaria ci sono due motivazioni strategiche. Primo, se si esclude il movimento di Welbeck verso Kompany che aveva cercato di forzare l’azione costringendolo a un passaggio all’indietro, il comportamento degli uomini di Wenger è sempre stato reattivo: sono sempre un passo indietro rispetto a chi ha la palla. La successione di passaggi ad uno, due tocchi ed in particolare il triangolo Agüero-De Bruyne ha posto ai “Gunners” una serie di dilemmi difficili da processare di fronte a quella velocità di esecuzione, tanto che in quattro si sono fatti attrarre da Agüero vicino alla linea laterale. Secondo, giocare “sopra-sotto-sopra” (se preferite: con un giocatore che viene incontro che triangola scappando poi in profondità) è un mezzo di manipolazione degli avversari, perché come ha spiegato lo stesso De Bruyne costringe i difensori a voltarsi o, perlomeno a ri-orientarsi, perdendo la cognizione di quello che sta accadendo alle proprie spalle.

Fonte: Sky

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