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Busto CR7, lo scultore ci riprova un anno dopo

A quel punto ha ripreso la parola lo scultore di Madeira: “Volevo dimostrare davvero chi ero – ha raccontato – L’aeroporto avrebbe avuto il suo nome, quindi ho pensato: perché non dovrebbe esserci un busto per rafforzare la sua immagine? Ho rintracciato il direttore dell’aeroporto di Madeira, Francisco Fernandes, e gli ho lanciato l’idea. Mi ha detto di lavorarci e quando avrei avuto qualcosa di pronto di mostrarglielo. La sua reazione mi ha emozionato e sono subito tornato a casa per mettermi all’opera. Ho fatto le mie ricerche su Ronaldo, trovando foto da diverse angolazioni, e quando ho finalmente trovato quello giusta ho immediatamente iniziato a scolpire. Ero nel mio mondo, lontano dalla vita reale. Era come volare tra le nuvole ed essere lì a fare qualcosa che mi piace”. Dopo aver lavorato per due settimane, Santos ha scattato una foto del busto da 15 kg e l’ha portata a Fernandes: “Era molto colpito perché non sapeva chi ero e non si aspettava molto – ha aggiunto Santos nel corso dell’intervista – Ha mostrato il mio lavoro alle altre autorità e alla famiglia di Cristiano e hanno deciso di sostenere il progetto”. Il fratello di Ronaldo, Hugo Aveiro, aveva affidato la prima parte del lavoro a lui e le ultime due fasi (l’intonaco e il bronzo) a qualcuno con più esperienza. Aveva anche mostrato il progetto al fratello il quale era sembrato soddisfatto. “Non ricordo l’intero messaggio – ha spiegato Santos -, ma l’ho letto ed era scritto che sembrava buono, di cambiarlo leggermente solo sotto l’occhio sinistro, perché è vanitoso e voleva eliminare qualche ruga in quanto erano troppo sporgenti. Finito il lavoro ho riso per la felicità e la soddisfazione. Credevo di aver fatto un passo importante per raggiungere il mio obiettivo”.

Il giorno dell’inaugurazione dell’aeroporto l’entusiasmo di Santos era alle stelle. Quando era stato poi svelato il busto, Ronaldo aveva sorriso e la folla aveva applaudito. “È stato un momento molto intenso – ha ricordato lo scultore -. Mi sentivo come se qualcuno avesse preso il peso che stavo portando sulle mie spalle”. Non aveva fatto in tempo a chiedergli in prima persona un’opinione, ma il figlio, Thiago, era riuscito a farsi autografare un pallone da CR7 ed era molto orgoglioso del padre. “Era stato un giorno bellissimo – ha continuato Emanuel -, ma poi ho iniziato a intristirmi”. In quel momento la mente di Santos ha iniziato a viaggiare in maniera intensa tra i ricordi dolorosi di quei giorni e gli è scappata anche qualche lacrima: “I problemi sono iniziati intorno alle 3 del pomeriggio – ha detto -. Mia sorella mi ha chiamato per dirmi: «Ehi, hai visto cosa scrivono su Internet? Ci sono tantissime persone che dicono cose cattive sul busto. Alcuni commenti arrivano addirittura a dire che dovresti ucciderti». Pedro Vasconcelos, un consulente nell’information technology per l’azienda che ha gestito l’evento dell’aeroporto era rimasto sorpreso per quest’effetto negativo, ma aveva provato a tirarmi su di morale dicendomi: «Ascolta, il fatto che tu abbia così tante reazioni negative non è per forza un male, anzi. Sei uno degli scultori più famosi in questo momento nel mondo dello sport, dovresti essere felice». Io però non ci riuscivo ad esserlo. Nella notte silenziosa tutti quei commenti mi passavano per la mente. Gestire quella situazione era molto difficile. Mi sono isolato, non avevo voglia di parlare con nessuno“. La grande paura dello scultore era però quella di mettere in ridicolo la sua famiglia e in particolare che il figlio potesse essere vittima di bullismo a scuola, situazione per fortuna alla quale non si è mai arrivati. Dopo qualche tempo Santos si è ripreso e ancora oggi continua a difendere il suo lavoro: “Quando Ronaldo è felice ha quel sorriso spontaneo e quelli che lo conoscono sanno che non ha un sorriso uniforme – ha detto -. Quindi se non sono riuscito a riprodurlo uguale al 100% le persone devono capire che l’arte è un modo per esprimere se stessi. Non è una scienza esatta. Mi è piaciuto il risultato ed ero molto orgoglioso di quanto fatto. Se dovessi rifarlo farei tutto esattamente allo stesso modo”.

Fonte: Sky

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