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Le sei reti del Barça al Psg, il Milan e l’incubo Deport: quando l’impresa diventa realtà

Stavolta all’asta rischia di finire il pallone del colpo di testa di Manolas, imitando proprio il Barcellona che circa un anno fa così celebrava la sestina rifilata al Paris Saint Germain. La rimonta, la remuntada, da ieri sera la Romantada, è uno dei passaggi più evocativi della storia del calcio. E la Roma che manda a casa in lacrime il Barcellona di Leo Messi infilandosi tra le prime quattro d’Europa si iscrive di diritto nella narrativa di genere. Con le imprese in apparenza impossibili che in verità sono state anche tante. Ma non della stessa intensità e potenza dell’Olimpico.
 
TRIONFO BARCA, INCUBO PSG, IL MIRACOLO DI SIR ALEX –  Poco meno di un anno fa il Camp Nou ha vissuto una notte irripetibile. La quaterna inflitta dal Paris Saint Germain ai blaugrana nella gara d’andata degli ottavi di finale di Champions era parsa una sorta di passaggio di consegne tra i dominatori di un decennio e l’ondata parigina, sostenuta dai petroldollari. Ma Neymar, Messi, Suarez decidevano di posticipare il passaggio di testimone, 6-1, un trauma mai superato dal Psg, fuori in malo modo anche anche in questa edizione di Champions League, con il Real Madrid. Ma lo stadio del Barça si è prestato anche ad altre imprese. Il Manchester United di Sir Alex Ferguson diveniva ancor più leggenda vincendo negli ultimi respiri la finale di Champions 1999 con il Bayern Monaco, in vantaggio con Basler e poi rimontato – nei tre minuti di recupero – da Sheringham e Solskjaer. 

I DOLORI DEL MILAN – I rossoneri hanno conosciuto più volte l’Olimpo della Coppa, ma mettendo a verbale anche alcuni clamorosi passaggi a vuoto. Come la finale di Champions del 2005, a Istanbul. Avanti di tre reti a fine primo tempo prima della rimonta del Liverpool di Rafa Benitez, tre reti in sette minuti nella ripresa, Dudek fenomeno a tempo determinato su Shevchenko e poi nella lotteria dei rigori, con titolo ad Anfield, vendicato solo due anni dopo dai rossoneri ad Atene. Ma i rossoneri erano recidivi: un anno prima della resa con i Reds, nei quarti di finale di Coppa stracciavano (4-1) a San Siro il Deportivo La Coruna della generazione d’oro, dal talentuoso Valeron a Pandiani. Ma il ritorno al Raizor fu un incubo per Carlo Ancelotti, Kakà e compagani, tre gol del Depor nel primo tempo, il timbro di Fran a un quarto d’ora dal termine. Quattro a zero. Forse la vera macchia nella carriera di Ancelotti al Milan, tra tanti successi.
 
IL MIRACOLO DI IBRA, LO SHOW REAL, LA PUNIZIONE DI FIGO, LA BUCA DI SALAS – Certo, poi ci sono quei recuperi che non occupano un posto in prima fila nell’albo dei racconti. Ma che ci sono, come la Svezia di Ibrahimovic che finiva sotto di quattro reti con la Germania sei anni fa, gara di qualificazione ai Mondiali brasiliani, prima dell’incredibile rientro in 45 minuti, con rete di Ibra e poi dell’illustre sconosciuto Elm, al 92esimo minuto. Quattro a quattro. E invece un club tedesco, il  Borussia Moenchengladbach rifilò una manita al Real Madrid nella semifinale d’andata della Coppa Uefa di 32 anni fa. Ma al Bernabeu, altro film: doppietta di Valdano e Santillana, blancos avanti e pure vincitori del trofeo. E tornando in Italia c’è la finale di Supercoppa italiana tra Inter e Roma, con i nerazzurri allenati da Roberto Mancini prima travolti da Totti e soci (3-0) e poi la rimonta, con Vieira, Crespo e poi con punizione gioiello di Luis Figo (4-3) nei supplementari. Forse l’unico cadeau del portoghese ai tifosi interisti nella sua sosta milanese. E in Serie A, cinque anni prima, lo scavetto di Maspero sul fischetto prima del rigore di Salas impediva alla Juventus di rendere vana la fantastica rimonta del Torino, sotto di tre reti nel derby della Mole e poi di nuovo in corsa, con Lucarelli, Ferrante e lo stesso Maspero…

Fonte: Repubblica.it

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