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Se correte l’arbitro fischia fallo: quando il calcio va al contrario

Cominciamo a correre. Ma solo prima, per arrivare al campo. Dopo non si può. Durante non si può. Nell’era del “walking” non poteva mancare lui, il calcio. Ma attenti: se ti metti a correre l’arbitro fischia. Correre è vietato. Al massimo si può accelerare come se uno volesse simulare il movimento della marcia olimpica. Si chiama calcio camminato. E’ qualcosa di strano. Se vogliamo di antitetico. Per questo però appare una curiosa variante d’evasione, che sottrae il dinamismo del pallone in favore di un miscuglio di precisione di tocco, ma senza il contributo della spinta del corpo, e di autoironia. Possono giocarci gli Over 50. Oddio, se uno prenota un campo da calcetto per festeggiare i suoi 21 anni e decide insieme con altri nove compagni di università di farsi un’ora a pagamento di “calcio camminato” non è che chiamano la polizia. Insomma non è un dogma aver superato quella soglia anagrafica per esprimersi. E’ solo che non essendo una disciplina impegnativa dal punto di vista fisico, di solito correre costa più che camminare, si presume che risulti più attraente per i “ragazzini” di una certa età, giovani dentro, spiritosi abbastanza e senza grilli per la testa (i grilli della competizione a tutti i costi).

Sabato 12 al Quanta Club di Milano, nell’ambito delle celebrazioni dei 70 anni dell’Uisp, verrà disputato un torneo con squadre composte da sei elementi per due tempi di quindici minuti ciascuno. Se uno non lo vede praticato difficilmente riesce a farsi un’idea. Proviamo a quantificare, un po’ di scacchi di Marostica, un po’ di colpi con i piedi trasformati in mazza da golf, inutile passarsi la palla sulla corsa perché corsa non c’è, un po’ subbuteo umano, raramente si alza la palla anche perché senza slancio la vediamo complicata colpire di testa. Però si possono azzardare finte, è legale la ruleta, al limite si può improvvisare una rabona. Rarissimi i contrasti: “Non mettiamola sul paragone col calcio”, ammette Eraldo Pecci, “io sono un esperto, fermi tutti. Io giocavo a calcio camminato anche prima di ritirarmi da quello vero. Mi verrebbe da dire che non c’è alcun punto di contatto reale con l’attività autentica, ma per ridere e non stare fermi va bene anche il calcio camminato, e poi con una bella puntata puoi sempre fare un gran gol!”.

A proposito di autoironia. Due anni fa venne lanciato il progetto. Alla manifestazione, organizzata a Firenze, parteciparono, sul filo della leggerezza, lo stesso Pecci, Gianni Mura e la cronaca fu affidata a Bruno Pizzul. Per allargare non tanto i confini della coscienza quanto i confini dello spirito: “Il calcio camminato”, spiega Mura, “si svolge nel mondo rovesciato”. Eppure funziona. E’ in cammino. In questa stagione si sono svolti tornei Uisp a Bolzano, Cagliari, Enna, Fano, Perugia, Pordenone, Torino e Venezia. Chi ha vinto pensava di farla franca, ossia che tutto finisse lì, con una bicchierata. Invece l’Uisp, com’è sua abitudine, fa le cose sul serio, ci crede, spinge. E allora ecco che le otto vincitrici sono state richiamate al loro dovere. Saranno raggiunte da tre squadre provenienti da Bologna, Milano e Reggio Calabria, ne verrà allestita una quarta pescando fra i dirigenti nazionali dell’Uisp. Le “fab twelve” si ritroveranno così a Pesaro, dove dal 21 al 24 giugno, si disputerà la 1ª edizione del Campionato nazionale di calcio camminato dell’Uisp. Accorrete numerosi. Poi fermatevi. Hai visto mai che prende piede.

Fonte: Repubblica.it

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