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Serie A, la partita riaperta dei diritti tv: il calcio a Sky entro il 12 giugno

È durato poco meno di quattro mesi il sogno spagnolo di rivoluzionare il mercato televisivo della Serie A. Gli uomini di Mediapro erano sbarcati in Italia lo scorso 5 febbraio vincendo a sorpresa – a fronte di un’offerta da 1.051 milioni di euro – il bando della Lega per intermediare la vendita dei diritti tv del prossimo triennio, minacciando così l’impero di Sky. Doveva essere l’alba di una nuova era, quella del “più calcio per tutti” e delle “partite viste su tutte le piattaforme” . È stato un fallimento totale.

L’atto che ha concluso l’avventura degli uomini venuti da Barcellona è stato deliberato ieri pomeriggio, all’unanimità, dalla Lega di Serie A che ha deciso di risolvere il contratto con Mediapro Italia, considerata irrimediabilmente inadempiente, non avendo presentato le garanzie richieste dal bando.

Come sempre quando la Lega decide all’unanimità, dietro c’è qualcosa di sinistro. E quel qualcosa di sinistro era stata la precedente composizione della governance ( Marotta e Lotito in consiglio federale; Fassone, Campoccia, Antonello e Percassi in consiglio di Lega). Spartite le poltrone, anche con l’inguardabile seppur legittimo contributo delle tre retrocesse (il tema non le riguardava più, un’astensione sarebbe stata il minimo sindacale), è stato più facile trovare la quadra sui diritti tv e accontentare Malagò ( che subito dopo l’assemblea ha dichiarato cessato il suo commissariamento) e Micciché, che a ben guardare sono i veri vincitori della partita.

A dire il vero una possibilità di rientrare in partita in extremis per Mediapro ci sarebbe ancora: dovrebbero presentarsi entro sette giorni con una fideiussione bancaria da un miliardo e trecento milioni. Ma si tratta di una possibilità del tutto teorica.

Se Malagò e Micciché sono i vincitori, l’elenco degli sconfitti è piuttosto lungo. Con il fallimento del blitz di Mediapro si infrangono i sogni di molti: quelli dell’advisor Infront che vedeva attraverso l’avvento di un nuovo soggetto la possibilità di spezzare il monopolio della tv di Murdoch; quelli dei presidenti che avevano visto lievitare il valore del ” prodotto pallone”; e quello di Marco Bogarelli, ex numero uno di Infront, nemico storico di Sky, e grande consigliere di Jaume Roures, il numero uno di Mediapro, per questa avventura.

Finita la stagione dei sogni, si apre invece quella delle cause. Mediapro che aveva già anticipato un pagamento da 64 milioni di euro, farà di tutto per tornare in possesso di quel denaro e porterà la Lega in tribunale nella speranza di poter poi trattare per avere indietro almeno una parte di quel capitale.

La Lega invece dovrà affrettarsi a rimettere quei diritti sul mercato per evitare di cominciare la nuova stagione senza copertura televisiva. Il piano è già pronto, le scadenze, in linea di massima, fissate. Già domani dovrebbe esser pubblicato l’invito a partecipare a una trattativa privata. Entro l’8 giugno, dopo i primi incontri con i partecipanti, verranno pubblicati i pacchetti definitivi ( uno per piattaforma e uno per prodotto). Il 12 verrano aperte le buste e avviata la fase cruciale dei rilanci che si dovrebbe chiudere la sera stessa con l’assegnazione finale.

La richiesta di partenza della Lega sarà di un miliardo e cinquanta milioni di euro. La stessa cifra messa da Mediapro. Con ogni probabilità si chiuderà a 950- 970 più i diritti di archivio. Cifra alla quale si dovrebbe arrivare grazie alle offerte dell’emittente satellitare, di Mediaset e di Perform, una società tedesca che vuole lanciare in Italia la Netflix del pallone.

Come rivelato da Repubblica il 16 marzo scorso, in una lettera riservata, Sky aveva rassicurato Malagò che, a fronte di un asta per prodotto, cioè con molti eventi concessi in esclusiva, non ci sarebbero stati problemi a trovare un’offerta “in linea con le attese dei presidenti”.

Fonte: Repubblica.it

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