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Il gioco di Pablo Machín, sorpresa del Girona

Mojica tiene gli occhi sia sull’uomo di riferimento che sulla posizione del pallone ed accorcia per anticipare l’eventuale verticalizzazione.

Questa disposizione garantiva una buona stabilità difensiva ed esaltava le doti di lettura dei centrali, semplificandone i compiti. Il Girona è rimasta una squadra che prediligeva difendere riaggredendo e pressando alta la costruzione avversaria, cercando di trascorrere meno tempo possibile nella propria metà campo.

Hombre Vertical, ma con equilibrio

Nonostante questa urgenza di superare la linea di centrocampo, evidente sia nella fase di possesso che in quella di non possesso, il Girona 2017-18 è stata una squadra equilibrata, che riusciva ad ottimizzare al meglio le caratteristiche dei suoi uomini in entrambe le fasi.

Ha prodotto e subito in maniera proporzionalmente adeguata al valore della squadra, producendo complessivamente 52.10 xG (expected goals), realizzandone 50, e 51.60 xGA (expected goal against), subendone effettivamente 59.

Il possesso palla medio del Girona si è attestato al 47.5% con una precisione dei passaggi pari al 76.2%, sintomatico dell’approccio di Machín: tenere il pallone è sicuramente una necessità prioritaria, ma il numero di verticalizzazioni forzate per poter sorprendere l’avversario, cercando di ottimizzare i mezzi tecnici a disposizione, ha fatto sì che le fasi di possesso fossero medio-brevi, senza un’enfasi eccessiva sul consolidamento.

Dai dati evinciamo che il Girona è stata la seconda squadra del campionato per passaggi lunghi a partita, 78, e la quarta per numero di cross, 22.

I tentativi di riaggressione immediata e la scelta di trascorrere meno tempo possibile nella propria metà campo in fase di non possesso hanno portato il Girona a produrre un numero di tackle a partita mediamente basso, 16.1, il terz’ultimo valore in Liga.

La densità portata sulla circolazione bassa dell’avversario ha prodotto recuperi soprattutto mediante intercetto: con 12.9 a partita il Girona è stata la nona squadra del campionato. Frequente anche l’utilizzo dei falli per interrompere la manovra rivale: 16.2 a gara, solo il Getafe ne ha commessi di più.

L’utilizzo di una linea a 5 sfalsata, con un centrale difensivo spesso a copertura, ha ridotto all’osso l’uso della tattica del fuorigioco: appena 2.1 a partita.

Insomma, Pablo Machín ha fatto brillare in maniera notevole i suoi migliori talenti, che fossero giovani promesse o più esperti veterani. La stagione si è conclusa con un dignitoso decimo posto, a 7 lunghezze dai preliminari di Europa League, sfuggiti a causa di una comprensibile flessione dei risultati tra aprile e maggio.

Al di là del piazzamento conquistato, il Girona ha meritato le attenzioni degli addetti ai lavori per la qualità con cui ha saputo imporsi da matricola in un torneo tatticamente e tecnicamente ultra competitivo come la Liga, senza alcun timore reverenziale e riuscendo a mettere in campo un sistema di gioco tutto sommato innovativo, versatile nella sua rigidità ma soprattutto efficace, così come il suo brillante allenatore.

Pablo Machín è ora chiamato ad un ulteriore salto di qualità, per dimostrare di saper applicare con la medesima efficacia la sua elastica visione del gioco in un contesto dalle pressioni ambientali sicuramente più probanti rispetto alla piccola favola di provincia.

Il Siviglia, squadra con individualità spiccate e profili tecnici variegati, può rivelarsi il giusto compromesso per catapultare il talentuoso tecnico numantino nella dimensione successiva.

Fonte: Sky

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