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3 giugno 2008, il “Pirla-day”: parola di Mourinho

Parola di José

Da quel momento perderà quella leggerezza e anche il suo italiano non sarà più così fluente, distratto dalla sua guerra personale con il “rumore dei nemici”, che Mourinho sente dappertutto, ne fa una malattia, anche se ormai è chiaro a tutti che si tratti di una strategia “politica”, sposata in pieno dalla sua tifoseria che, come i suoi giocatori, per lui “si getterebbe nel fuoco”. Le “manette”, la performance sulla “prostituzione intellectuale” e gli “zeru tituli” della Roma (allenata peraltro da Luciano Spalletti), del Milan e della Juventus. Per chiudere con la “parabola” dello struzzo português e mezzo milanées, in perfetto stile Abatantuono (“Allora dobbiamo fare tutti como quell’animale là, quello chi mette la testa giù, sotto? Io no so il suo nome in italiano… Bravo giornalista, o struzzu!”), quando Mourinho arricchiva la già sterminata produzione letteraria interjuventina, costantemente aggiornata, dalla A di Agnelli alla Z di Zanetti: “Area con venticinque metri ce n’è solo una in Italia…” riferendosi platealmente ai bianconeri. Era il febbraio del 2010, qualche mese dopo avrebbe portato l’Inter alla conquista del Triplete, non mantenendo però fede alla promessa di matrimonio del 3 giugno: “Voglio rimanere all’Inter per i 3 anni del contratto, se non di più”. Parola di José. 

Fonte: SkySport

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