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“Roma, avanti stadio”, quell’idea nata 30 anni fa

Un progetto in cui è giusto credere

Tra James Pallotta e il nuovo sindaco di Roma c’è grande sintonia sulla questione stadio. Insieme a Marino e al presidente della Roma appare dominante la figura di Luca Parnasi, ultimo rappresentante di un importante famiglia di costruttori romani. Nel 2013 compra il terreno di Tor di Valle, nell’area dell’Ippodromo. La Roma sceglie quel sito tra gli 80 selezionati. La strada per la costruzione dello stadio sembra davvero in discesa.

Le questioni politiche romane cambiano molte cose tra cui gli interlocutori di Pallotta su Tor di Valle. Quando erano all’opposizione, la Raggi e il Movimento 5 Stelle avevano ferocemente combattuto il nuovo stadio e ciò che si sarebbe costruito intorno. Troppo cemento, secondo loro. Si ricomincia. Vengono tagliati i grattacieli e il progetto cambia completamente fisionomia, arriva la pubblica utilità e il 5 dicembre del 2017 la conferenza dei servizi dà il definitivo via libera.

Oramai sembrano non esserci più ostacoli alla posa della prima pietra dello stadio, prevista in quei giorni, nei primi mesi del 2019.

Succede di nuovo. Con l’indagine RINASCIMENTO della Procura di Roma vengono arrestate nove persone tra cui il costruttore Luca Parnasi e l’avvocato Luca Lanzalone, uomo Cinque Stelle mandato a Roma a mediare sulla questione stadio.

Il procuratore Paolo Ielo sottolinea immediatamente l’estraneità della Roma, mettendo in evidenza che la pratica stadio è assolutamente pulita. Ma intorno c’è presunta corruzione. L’intreccio tra affarismo e politica torna a dominare la cronaca romana ed a rimandare lo straordinario lavoro di James Pallotta e di chi lo circonda.

Il presidente della Roma non ha nessuna intenzione di mettere da parte il progetto, giusto così. Non c’è calcio di alto profilo senza impianti di proprietà e l’esempio più significativo arriva proprio dalla storia recente della nostra serie A.

Fonte: SkySport

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