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Mitrovic, il criminale mancato bomber della Serbia

Snapchat, 4+5 e le espulsioni

Mitrovic, di nome Aleksandar. A 11 anni nel Partizan. In campo piccolo calciatore, proiettato verso l’uno e 89 di altezza, e in curva tifoso, sfegatato, certamente non nel posto più tranquillo dove un genitore vorrebbe vedere il figlio. A 17 anni passa al Teleoptik Zemun, squadra satellite del Partizan e poi via con un biglietto di sola andata per l’Europa. 98 gol in carriera coi club, 16 in nazionale. E una buona dose di cartellini gialli e rossi. 46 più 5 sono gli altri suoi numeri. Per qualche fallo. Una testata. Un parapiglia con qualcuno, come con Ibra nel 2015 tra Psg e Anderlecht, e una gomitata contro il West Ham. Testa calda, caldissima, nei comportamenti e anche in campo, dove sfrutta l’altezza e inzucca in rete, proprio come contro la Svizzera in una partita poi persa nel finale. Nell’Anderlecht in Belgio Aleksandar gioca due anni, e di gol ne fa 44 in 90 partite. Poi il Newcastle spende quasi 20 milioni di euro per averlo, in Premier. Nel campionato più bello e anche un po’ più duro degli altri. Dove gli arbitri lasciano giocare, dove l’attaccante cattivo (vedi Drogba e Diego Costa) ha le porte spalancante. Sulla schiena il 45, alla Balo ma in realtà perché “4+5 fa 9, e io voglio diventare uno dei numeri 9 migliori della storia del Newcastle”. Missione fallita, al momento. Perché al primo anno segna sì contro City, United, e due volte al Tottenham, ma i gol alla fine sono “solo” 9, numero ricorrente, e l’incubo si chiama retrocessione in Championship. Con Benitez nel frattempo perde posizioni, e appena sei mesi fa vola a sud della nazione. Dai bianconeri fino al borgo londinese di Hammersmith e Fulham. Merito della fama da goleador degli anni precedenti, del solito serbo e di Snapchat, dove si imbatte casualmente – come riferito al tempo dal Times – in Slavisa Jokanovic, uno che la carriera l’aveva iniziata anche lui nel Partizan. Da giocatore nel 1990 e poi da allenatore nel 2007, quando Mitrovic era lì nelle giovanili a dare qualche grattacapo troppo ai suoi allenatori. Un social per incontrarsi, formulare una prima proposta informale (Perché non vieni da noi?) e poi concretizzarla davvero. A Londra Mitrovic è rinato. 12 gol in 19 partite. Finale playoff vinta contro l’Aston Villa (senza segnare) e porte riaperte della Premier. Lui, che lì è soltanto in prestito, ma che con il suo mentore Jokanovic vuole rimanerci. Scampata la criminalità e una carriera a suon pugni, in testa ora ha solo la Serbia. Dal Fulham alla Russia, andata con un ritorno più lontano possibile, Brasile permettendo. D’altronde loro sono serbi. E niente è impossibile.

Fonte: Sky

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