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Francia-Argentina, che partita dobbiamo aspettarci

La partita giocata a Buenos Aires il 6 giugno 1978.

La Francia arriva a quest’ottavo di finale forte del primo posto ottenuto nel girone, vinto lasciandosi alle spalle Danimarca, Perù e Australia, al termine di un percorso all’apparenza sicuro e con pochi tentennamenti. Come è noto, invece, il cammino dell’Argentina è stato a dir poco avventuroso e sembrava poter assumere i contorni dello psicodramma. In una situazione totalmente folle, con un allenatore che pare esautorato e una presunta autogestione guidata da Mascherano, per il resto davvero pessimo in campo, solamente la prodezza di Messi e il gol di destro del mancino Rojo, a quattro minuti dalla fine nel match-spareggio contro la Nigeria, hanno permesso all’Albiceleste di scongiurare un’eliminazione già nella fase a gironi.

Come arriva la Francia

Le certezze e i dubbi della Francia prima di questo Mondiale sono noti: tanto talento a disposizione ma un’organizzazione di gioco incapace di mettere questo talento nelle migliori condizioni di esprimersi. Alla vigilia Deschamps sembrava ancora indeciso sui giocatori su cui puntare e sul modulo di gioco da adottare. In generale non era chiaro quale fosse l’identità profonda della Francia.

Nonostante l’agevole approdo agli ottavi di finale, ora non sappiamo molto di più. I “Bleus” hanno affrontato il primo match, quello contro l’Australia, giocando con il 4-3-3, rinunciando a Matuidi in mezzo al campo e a Giroud in attacco. Deschamps pareva quindi virare verso una Francia meno fisica e più centrata sulla tecnica degli interpreti; in mezzo al campo, a Kanté sono stati affiancati Tolisso e Pogba, mentre in avanti si è puntato tutto sull’agilità, velocità e imprevedibilità del trio Dembélé, Mbappé e Griezmann. Alla fine la Francia ha vinto solo grazie a un calcio di rigore, a un’autorete e al talento di uno dei suoi interpreti, in quel caso Pogba. Nella partita ha evidenziato problemi in ogni fase del gioco. In fase di non possesso palla, la squadra è apparsa indecisa se difendere posizionalmente, aspettando compatta gli avversari, o se cercare un recupero della palla più aggressivo. Il risultato è stato un’enorme fragilità ai fianchi di Kanté, alle spalle della pressione portata alta, ma senza convinzione e organizzazione delle due mezzali e degli esterni offensivi.

Le inefficienze in fase di non possesso palla si sono trasmesse alla fase di possesso palla. L’incapacità di recuperare efficacemente il pallone ha privato la Francia della possibilità di giocare dei contrattacchi veloci, potenzialmente letali visto lo schieramento adottato e gli interpreti scelti, costringendola ad attaccare costantemente un’attentissima Australia schierata difensivamente con un 4-4-1-1 compatto e basso. Nonostante il proposito fosse quello di attivare velocemente e il più spesso possibile i tre giocatori offensivi, privi di una posizione fissa e impegnati a trovare lo spazio di ricezione alle spalle della linea di centrocampo avversaria, con l’ampiezza occupata dai due terzini, Pavard e Hernández, la circolazione del pallone ha finito per ristagnare orizzontalmente e la Francia ha mostrato grossi problemi a entrare nell’ultimo terzo di campo.

Fonte: SkySport

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