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Mondiali senza VAR, come cambierebbero gli ottavi

Dal gruppo A al gruppo D

Nel gruppo A, quello dei padroni di casa della Russia per intenderci, il VAR non è stato praticamente mai chiamato in causa se non in un’occasione, quando ha assegnato il rigore, poi trasformato da Salah, nel match tra l’Egitto e la Nazionale di Cherchesov. Un gol che non ha influenzato il risultato di quella partita e né, di conseguenza, la classifica di quel raggrupamento. Molto più presente lo è stato invece nel girone B, concentrato quasi esclusivamente nell’ultimo turno. Precedentemente, durante la sfida tra Iran e Spagna, è stato infatti prima l’arbitro ad annullare la rete ai persiani per fuorigioco, decisione poi confermata anche dal VAR. Contro il Portogallo invece, il Video Assistant Referee ha prima assegnato un calcio di rigore a favore dei lusitani, sbagliato da Cristiano Ronaldo, poi ha giudicato con una semplice ammonizione un intervento al limite di CR7 e infine ha concesso anche un penalty agli iraniani, messo a segno da Ansarifard. Nell’altra sfida tra Marocco e Spagna invece, la Nazionale di Lopetegui ha trovato il 2-2 finale grazie alla tecnologia che ha stabilito come regolare la posizione di Iago Aspas, avvertita inizialmente in offside da uno degli assistenti dell’arbitro. Senza il VAR sarebbe stato il Portogallo a chiudere il girone da leader, inseguito alle spalle dagli spagnoli.

Nel gruppo C protagonista, oltre al VAR, è stata la Goal Line Technology che ha ravvisato il gol decisivo di Pogba contro l’Australia, dopo che la palla ha varcato la linea di pochissimi centimetri. Pochi minuti prima invece, alla Francia ha dato un’altra mano il Video Assistant Referee che ha stabilito con certezza il fallo subito da Griezmann in area di rigore e concesso quindi penalty ai transalpini, poi realizzato dallo stesso centravanti dell’Atletico Madrid. Anche nell’altra gara del primo turno il Perù ha usufruito di un rigore assegnato con l’aiuto della tecnologia, ma Cuevas non ne ha saputo approfittare, calciando alle stelle. La Danimarca, graziata in quel caso, non ha potuto invece nulla sulla rete firmata dal dischetto da Jedinak durante il match contro l’Australia. Tiro dagli 11 metri assegnato, anche questa volta, dal VAR e che ha deciso il primo posto finale dei Blues. Senza il VAR la Francia sarebbe arrivata infatti alle spalle dei danesi. Pochi momenti di celebrità per il VAR invece nel girone D, dove ha assegnato un rigore a favore dell’Islanda contro la Nigeria, poi fallito da Sigurdsson, e confermato il mancato fischio a favore della selezione africana durante l’ultima sfida contro l’Argentina per un dubbio fallo di mano di Mascherano.

Fonte: Sky

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