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Bernardo ammette: “Conosco Brighton grazie a Fifa”

Energy drink e scuole private

La storia del terzino sinistro brasiliano però non si ferma qui, e Bernardo al Sun racconta anche della sua infanzia profondamente diversa da quella di tanti altri calciatori suoi connazionali. Nessuna povertà, ma scuole private e possibilità economiche. Più gli allenamenti proprio con quei bambini che arrivano dalle favelas che, dice lui “mi hanno aiutato a tenere i piedi per terra. Nella mia scuola ero l’unico ragazzo nero, c’erano dei bambini che avevano un autista, e viaggiavano dentro un’auto a prova di proiettile. Noi non eravamo poveri (merito del padre, anch’esso calciatore, e omonimo, che nei Novanta ero passato anche dall’Europa nel Bayern Monaco, ndr). Ma quando ho iniziato col calcio e con gli allenamenti ho potuto vedere l’altra realtà del Brasile, e alla fine i miei migliori amici erano proprio quei compagni di squadra”. Bernardo cresce allora così, tra due estremi e dando i primi calci al pallone nelle giovanili del Red Bull Brasil, nella città di Campinas nello stato di San Paolo. Le abilità ci sono e la voglia di sfondare anche. Quella che gli fa mettere in stand by una laurea in giornalismo e lo porta verso le sponde europee delle squadre sponsorizzate dal celebre energy drink. Prima Salisburgo (dove fa il double al primo anno). Dunque il Lipsia, fino al recente passaggio in Premier. “In Brasile avevo sempre l’abitudine di svegliarmi tardi la domenica, accendere la tv e guardare la solita incredibile partita come Arsenal contro Manchester United o Chelsea contro Liverpool. In quei giorni sognavo di esserci anche io e di sfidare anche io quelle squadre”. Un sogno ora diventato concreto. E decisamente più bello anche della realtà simulata di un videogioco.

Fonte: Sky

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