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Napoli-Milan, le chiavi tattiche della sfida

Questa è la prima preparazione che Gattuso ha potuto fare come allenatore del Milan e l’esordio in campionato contro il Napoli lo metterà subito davanti alla necessità di scegliere come affrontare un avversario sulla carta più forte.

Gattuso e Ancelotti hanno condiviso tanti anni e sicuramente ci sarà tanto del modo di pensare calcio di Ancelotti nei metodi di Gattuso. Capita raramente che un giocatore tanto importante per la carriera di un allenatore possa poi affrontarlo come allenatore avversario. Proprio il rispetto che Gattuso porta nei confronti di uno dei suoi mentori lo si vedrà nel livello di dettaglio che la sua strategia prevederà contro il Napoli, una squadra di cui abbiamo già potuto apprezzare i cambiamenti della nuova gestione nel suo esordio stagionale.

Contro la Lazio abbiamo potuto intuire alcuni temi tattici che Ancelotti ha inserito all’interno del sistema, come la fluidità del centrocampo e la simmetria dell’uscita del pallone, che mostrano la voglia di dotare la squadra di un sistema che parta dal precedente, ma che prosegue per una versione rinnovata.



Il nuovo centrocampo del Napoli



La posizione di Hamsik come regista del Napoli è stato l’argomento più caldo della preparazione estiva. La partenza di Jorginho non è stata assorbita però dal solo slovacco nelle stesse funzioni, sarebbe impossibile visto le caratteristiche differenti dei due giocatori. Ancelotti ha sì arretrato Hamsik nel raggio di azione, ma ha preparato un sistema nel quale il centrocampo ha delle posizioni più fluide al momento dell’impostazione del pallone: in sostanza il Napoli abbassa una delle mezzali all’altezza di Hamsik (solitamente quella del lato del pallone) così da creare un quadrilatero con i due centrali difensivi e da lì impostare la manovra.

La mezzala opposta a quella che si abbassa deve muoversi in avanti per andarsi a posizionare tra le linee nella zona di rifinitura. Da quanto visto contro la Lazio, il Napoli quindi fa avanzare il pallone scaglionandosi in modo differente rispetto a quello di Sarri, non costruisce un lato forte da dove invita la pressione avversaria per poi superarla con la creazione di triangoli in campo. Preferisce invece gestire il possesso utilizzando anche passaggi lunghi come i cambi di gioco per coinvolgere tutti i lati del campo.



Fonte: SkySport

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