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Monchi: “Strootman via? Non lo abbiamo costretto”

E’ ad un passo dal salutare Roma Kevin Strootman. La prossima destinazione del centrocampista olandese potrebbe essere, con tutta probabilità, l’Olympique Marsiglia del suo vecchio allenatore Rudi Garcia. La distanza che inizialmente divideva i due club si è colmata e adesso Strootman è molto vicino al trasferimento in Ligue 1: l’offerta del Marsiglia ha superato infatti i 25 milioni di euro, bonus compresi, ed è stata accettata dalla Roma. Per lui pronto un contratto da cinque anni.

La rabbia dei tifosi

E anche le visite mediche, che potrebbero essere in programma già nella giornata di domani: “Ma la trattativa non è ancora chiusa – ci tiene a sottolineare Monchi nel pre partita della sfida contro l’Atalanta – l’ufficialità non c’è ancora, perché non è stata firmata tutta la documentazione necessaria”. Questione di ore, forse. Con tutta la premura del caso, sembra ormai difficile immaginare Strootman ancora in giallorosso. Di questo, ovviamente, non sono contenti i tifosi, dispiaciuti nel veder partire uno dei loro beniamini e dubbiosi soprattutto sulle tempistiche: “Capisco tutti – continua il ds della Roma ai microfoni di Sky Sport – capisco lo stato d’animo dei tifosi, che pensano sia una trattativa fuori tempo massimo. Ma quando sono arrivato a Roma ho sempre provato a fare quello che ritenevo meglio per la società. Abito a Trigoria, entro al centro sportivo alle 9 di mattina ed esco alle 21 la sera. Conosco il club in tutti i suoi livelli e questo mi aiuta a prendere decisioni. L’anno scorso Kevin ha giocato 42 volte, quest’anno è sceso in campo anche alla prima a Torino. E’ un giocatore forte, su questo non ci sono dubbi”.

Scelta condivisa

Una decisione sofferta quella di lasciarlo partire, dunque: “Ma presa di comune accordo da tutte le parti in causa – ha concluso Monchi – non voglio entrare nella questione tecnico-tattica-economica della situazione. Qui alla Roma a nessuno si punta la pistola alla testa per obbligarlo ad andare via. Se mi aspetto fischi o applausi dai tifosi? Voglio che la tifoseria tifi la squadra, io non gioco e non sono protagonista. Ripeto: lavoro sempre in base a quello che penso, che può essere giusto o sbagliato. E conosco la società in ogni suo aspetto”
 

Fonte: SkySport

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