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Salisburgo, tabù Champions: 11 tentativi a vuoto!

Avanti 2-0 con la doppietta di Dabbur, attaccante israeliano già a segno 9 volte (4 solo nei preliminari di Champions), il Salisburgo accusa un blackout tra il 65′ e il 66′ che porta al bis di Ben Nabouhane. È questo sconosciuto 29enne di Comore a spegnere i sogni degli austriaci, lui come il portiere Borjan che nel finale para tutti gli assalti dell’incredula banda Rose. Nessun miracolo casalingo, solo l’ennesima delusione che va ad iscriversi all’elenco dei flop estivi a partire dal 2006: preventivabili le prime eliminazioni contro Valencia e Shakhtar Donetsk, avversarie superiori peraltro battute nei confronti d’andata. Va detto che nel corso degli anni la regina d’Austria è cresciuta per brand, organico e disponibilità economiche: ecco perché i successivi passi falsi contro le israeliane Maccabi Haifa (2009) e Hapoel Tel Aviv (2010), seguiti dall’ingiustificabile uscita contro i lussemburghesi del Dudelange nel 2012, erano davvero difficili da digerire. Non vanno dimenticati il tonfo contro il Fenerbahce (2013), il doppio smacco targato Malmö fino alle croate Dinamo Zagabria (2016) e Rijeka (2017). Difficile quantificare le delusioni con una doppia cifra, bilancio aggiornato ad 11 dopo l’harakiri contro la Stella Rossa a qualificazione in tasca. Nient’altro che un incubo, “incredibile” per dirla come adottato dall’account Twitter del club. Se alla vigilia scherzavano sulla legge dei grandi numeri, alla città di Mozart non restano che le sinfonie di Mozart. Altro che la musichetta della Champions.

Fonte: Sky

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