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Serie B, il Collegio di garanzia decide: restare a 19 o tornare a 22

ROMA – Il Collegio di garanzia del Coni ha una responsabilità serissima. Decidere se la Serie B continuerà con la inedita formula a 19 squadre o se dovrà consumare una rumorosissima retromarcia tornando a 22, con tutti i problemi legati a un campionato già iniziato. L’appuntamento è per le 12 di venerdì, ma per il verdetto bisognerà aspettare la serata: curiosamente, però, anche le squadre di B che sul tema parevano unite oggi iniziano a spaccarsi. 

Davanti a Frattini, presidente del Collegio, siederanno i legali dei club che chiedono il ripescaggio: Catania, Novara, Ternana, Siena e Pro Vercelli. Per ribadire l’illegittimità della delibera del commissario Fabbricini che ha cambiato il format del campionato cadetto portandolo da 22 a 19 squadre a mezz’ora dai calendari (delibera sostenuta dal sub commissario Massimo Proto ma non firmata, un inedito nella storia, dal segretario generale della Federcalcio). I legali di Lega di B e Federcalcio sosterranno ovviamente la tesi opposta. Il Catania ha addirittura annunciato di aver depositato diffida contro Fabbricini per abuso di ufficio. Le voci della vigilia, in ogni caso, parlano di un crescente biasimo, anche istituzionale, nei confronti di quella delibera: una modifica delle Norme organizzative interne della Figc. Anche a livello politico. Per questo il terzo grado di giudizio sportivo, potrebbe davvero scegliere per una revoca. Anche qualche squadra di Serie B, oggi, pare auspicarlo: tanti infatti si sono convinti che il vantaggio economico dovuto alla spartizione tra meno club dei soldi dei diritti tv (circa 700mila euro in più ognuno, con il passaggio a 19) sarebbe del tutto mortificato dal maggior rischio di retrocedere: con 19 squadre, infatti, la fascia delle squadre a rischio si alza notevolmente, per salvarsi bisogna spendere e quei 700mila euro rischiano di non coprire nemmeno le crescenti necessità. Insomma, a meno di un mese da quel 13 agosto che ha cambiato la storia, la B a 19 è già un mezzo flop. 

La Serie B, per non farsi trovare spiazzata, ha già un piano d’emergenza. La domanda infatti è: che fare con un campionato già iniziato, se davvero dovessero aggiungersi altre 3 squadre? Il piano è semplice: lasciare invariate le prime tre giornate (la terza deve ancora essere giocata), incrociando le tre ripescate tra loro e con la squadra che a turno ha riposato, far recuperare queste partite nel corso del campionato e poi rifare il calendario dalla quarta giornata in poi. Forse una soluzione senza precedenti nella storia del calcio professionistico. Ma l’unica possibile per salvare la regolarità del torneo. Intanto anche la Lega Pro aspetta: per sabato il presidente Gravina ha convocato il Consiglio di lega che dovrà decidere i gironi e poi occuparsi di fare i calendari, impossibili fino a quando non sarà chiaro il numero delle partecipanti. 

Ma la giornata del Collegio di garanzia del Coni non si esaurirà con la prima decisione. La squadra presieduta da Frattini dovrà decidere pure su i ricorsi (anche della stessa Figc) contro la norma, superata poi dalle sentenze, che negava la riammissione ai club colpiti da illecito sportivo o amministrativo negli ultimi tre anni. E sarebbe particolarmente importante perché, in caso di revoca delle delibera e quindi di ritorno alle 22 squadre, determinerebbe di fatto i nomi delle ripescate. In quest’ottica è già partita la lotta “politica”: ieri c’era già chi si agitava promettendo mari e monti. Claudio Lotito ad esempio sa bene che il ritorno a 22 potrebbe costare la poltrona al presidente della Lega di Serie B Balata. Offrendogli la possibilità di candidarsi in prima persona a occuparla: se eletto, infatti, potrebbe aggirare la norma sul limite dei mandati che vale anche per il Consiglio federale e trovare nuovamente una poltrona nella governance della Federcalcio, che altrimenti oggi gli sarebbe negato. 

Fonte: Repubblica.it

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