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Nel segno del “Toro”: Lautaro al centro dell’Inter

Con il pubblico di San Siro è stato amore a prima vista. Un boato al momento della lettura del suo nome prima dell’ingresso in campo, una sensazione di ammirazione ad ogni palla toccata. E lui, Lautaro Martinez, ha subito ripagato la fiducia dell’intero popolo nerazzurro: 12 minuti appena, colpo di testa vincente ad anticipare il diretto marcatore. Gol da centravanti vero. Il marchio del “Toro” nella quarta vittoria consecutiva dell’Inter (terza in campionato), con quello che di fatto è stato il suo primo tiro in porta in campionato. Decisivo l’argentino, proprio nella sera in cui – contro il Cagliari – Luciano Spalletti decide di far riposare Mauro Icardi. Eredità pesante, che però il 10 nerazzurro raccoglie nel migliore dei modi: personalità come marchio di fabbrica, referenze arrivate dall’Argentina confermate. Braccia incrociate e indici rivolti verso l’alto, esultanza  ormai nota dopo l’ottimo prore campionato e che adesso i tifosi dell’Inter hanno potuto ammirare anche in campionato. “Dico sempre che viene prima il gruppo, ma sono davvero felice per questo gol. Lo dedico alla mia famiglia, a tutti quelli che sono venuti e a tutti quelli che hanno reso possibile che io sia qui. È un sogno”, le parole di Lautaro.

Gol ed “egoismo” per scacciare il fantasma Gabigol

Gol da dominatore dell’area di rigore ma non solo, perché nella notte di San Siro c’è tanto Lautaro in tutti i 90′: giocate, fisicità, ‘cattiveria’. In una parola: talento. Spalletti gli aveva fatto assaggiare la Serie A nella gara d’esordio persa contro il Sassuolo in cui era partito titolare insieme a Icardi, poi nei minuti finali del amtch contro il Torino. Apprendistato che è servito eccome nella gara contro il Cagliari, quella in cui Lautaro ha giocato da centravanti vero. Al termine della partita per l’Inter e Spalletti solo notizie positive: tre punti (2-0 il finale, di Politano l’altro gol), la sensazione di aver trovato un potenziale campione con ancora tanti margini di miglioramento da far crescere con la dovuta calma, e la certezza che Lautaro non è un nuovo Gabigol. Un incubo che i tifosi nerazzurri possono già scacciare via quasi definitivamente. “Lautaro è forte e noi lo usiamo troppo. Poi vi spiegherò cosa intendo dire… Lui ha la forza di ricevere palla addosso, girarsi e calciare. Allenarsi con Icardi nell’attaccare gli spazi giusti lo ha aiutato ad imparare qualcosa. Però ha tutto: qualità, forza, tecnica. Ed è anche un po’ egoista, come nell’occasione in cui ha voluto concludere sul due contro uno. Ma quel filo di egoismo non fa male…”, le parole di Spalletti post successo contro il Cagliari.

Lautaro e l’Inter: che feeling con San Siro!

Per portarlo in Italia, l’Inter ha dovuto superare una nutrita concorrenza: il giocatore – promesso sposo dell’Atletico Madrid – alla fine ha scelto il nerazzurro anche grazie ai consigli di Diego Milito (segretario tecnico del Racing Club). E proprio alla squadra allenata da Simeone ha segnato un gol bellissimo durante il precampionato: bagliori di calcio estivo, lampi di talento che però Lautaro adesso sta confermando anche in campionato. Investimento importante quello dei nerazzurri. “Il prezzo pagato per me mi è sembrato una follia. Avevo tantissime offerte, ma per fortuna ho scelto l’Inter. Sono sicuro che sia stata la decisione migliore”, le parole pronunciate tempo fa dall’attaccante. Che adesso attende di giocare stabilmente in coppia con Icardi e non solo di essere il suo sostituto: una variante tattica che stuzzica Spalletti per il futuro. “Sono molto amici con Mauro, due ragazzi molto sensibili”, le parole dell’allenatore nerazzurro. Che adesso sa di avere un’arma in più per il suo attacco. Lasciati alle spalle i fastidiosi problemi al polpaccio che lo hanno rallentato a inizio stagione (costringendolo a saltare alcune gare anche con la Nazionale), Lautaro ha risposto subito a modo suo: talento, personalità e gol. Quanto basta per aumentare sempre più il feeling con San Siro. E per iniziare ad allontanare quasi definitivamente il fantasma di Gabigol.

Fonte: SkySport

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