Mancini: “Italia? Serve un attaccante come Icardi”
Gioco e qualità in mezzo al campo, ma il killer instinct sotto porta è mancato. 1-1 contro l’Ucraina firmato da Bernardeschi. Biraghi all’ultimo respiro contro la Polonia dopo una marea di occasioni da gol sprecate. La nuova era dell’Italia è già iniziata ma la punta (nel vero senso calcistico della parola) di diamante là davanti manca ancora. “Immobile e Belotti? – Roberto Mancini non ha dubbi, al “Club” domenica sera con Fabio Caressa e gli altri ospiti – li aspettiamo entrambi. Davanti vorrei avere l’imbarazzo della scelta”. Sì, di attaccanti da mandare in campo e di gol, dopo quel tridente leggero (Insigne, Chiesa e Bernardeschi) titolare già per due partite consecutive. “Immobile (in panchina 90’ contro la Polonia, nel finale preferito Lasagna, ndr) ha la mia fiducia, altrimenti non lo avrei convocato. È sempre stato chiamato tranne quando di mezzo c’erano degli infortuni. Alla Lazio fa tanti gol e se li farà in Nazionale non avrà problemi. Idem Belotti, io mi auguro che ce ne possano essere tanti di attaccanti che fanno gol: se giochi bene e poi non segni allora non vinci”. E Balotelli? “Spero si possa riprende, a 28 anni è ancora giovane. Ha grandi qualità e dipende tutto da lui. Noi la possibilità gliel’abbiamo data e sicuramente la ridaremo. Ma deve star bene, se non è ok da punto di vista fisico allora diventa un problema”.
“Quelli bravi vanno fatti giocare”
Cercarsi bomber. Perché, per quanto bravi, il trio offensivo “leggero” degli ultimi due match non ha messo in campo anche la cattiveria sotto porta necessaria per vincere con tranquillità la partita: “Dei tre davanti che hanno giocato nelle ultime partite è chiaro che Insigne sia quello che può segnare più. Chiesa è ancora molto giovane e forse non sente ancora tanto il gol. Bernardeschi già di più, ma ha anche un altro tipo di gioco: è tecnico e veloce, migliorerà e l’istinto della rete arriverà anche per lui – ha proseguito il Ct della Nazionale -. Ovvio è che se troviamo Immobile, Belotti, Zaza, Balotelli, o altri giovani, siamo molto più felici. Abbiamo bisogno di un centravanti di fiducia, che dia certezze, come lo è Icardi nell’Inter”. E ancora: “Insigne? Grandi qualità, giocando largo spreca molte energie in ripiegamento e quando torna davanti fa più fatica. Giocando centrale può sfruttare meglio le sue doti, penso sia per questo che anche Ancelotti lo abbia messo lì: più è vicino all’area più è pericoloso”. Mentre Chiesa “può ancora migliorare molto. A volte inizia forte e poi cala di ritmo per poi riprendere. Sono aspetti di esperienza”. Alla fine il concetto di Mancini è quello essenziale: “Quelli bravi vanno fatti giocare: più ne abbiamo meglio è”.
Fonte: SkySport