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Giovanni Galli: “Donnarumma e Meret storie diverse, ma uguali in una caratteristica: la qualità”

A Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Giovanni Galli, ex portiere

“Io e Ancelotti abbiamo avuto una scuola e un maestro: Arrigo Sacchi. Ci faceva vedere le partite in maniera completamente diversa e tanti giocatori che sono stati allenati da lui, poi si sono dimostrati ottimi allenatori e Ancelotti ne è l’esempio.

Ancelotti ha trasformato il Napoli che aveva degli schemi codificati in una squadra in cui gli interpreti possono mettere in campo anche la loro fantasia. Ero perplesso inizialmente perchè pensavo che gli azzurri avessero espresso tutte le loro potenzialità con Sarri e invece Ancelotti ha dato fiducia a tutti, anche a quelli che erano stati messi un po’ da parte, coinvolgendo tutto l’organico. Ora sono tutti felici e basta vedere Ounas: in 5 minuti 2 strappi in Champions.

Donnarumma ha esordito a 16 anni in serie A ed è logico tutti lo abbiamo indicato come un predestinato. A quella età tutti si meravigliavano di ciò che faceva, poi però arriva il momento della crescita che deve essere obbligatoria perchè non puoi restare legato ai tuoi 16 anni. Devi crescere nella gestione e negli ultimi 2 anni Donnarumma non l’ha fatto. Il ragazzo ha patito molto la vicenda del rinnovo del contratto e anche le sirene di mercato. Donnarumma ha qualità, deve lavorare tecnicamente e fisicamente perchè è portato ad irrobustirsi troppo e deve lavorare più degli altri per mantenersi e se è predisposto a lavorare e chi lo allena lo capisce, può solo migliorare.

Meret parla pochissimo, non gli piace stare sulle pagine dei giornali e la differenza con Donnarumma sta nel modo con cui sono cresciuti: Meret lo ha fatto senza grandi pressioni, in squadre medio-piccole ed ha avuto modo di crescere e migliorarsi man mano mentre Donnarumma si è trovato in una centrifuga sin dall’inizio. Il Napoli ha fatto bene a puntare su Meret e spero possa essere presto disponibile a giocare e continuare nella sua crescita. Lo vorrei un pochino più sfrontato agonisticamente: le partite deve viverle da protagonista anche quando non ha il pallone”.

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