CALCIO ESTERO

Dal Real a Boca-River: la storia di Julian Alvarez

Il calcio, tante volte, sa regalare storie incredibili. Alcune sono anche frutto del destino. Potrebbe essere così per Juliàn Alvarez, attaccante classe 2000 del River Plate, che in maniera del tutto inaspettata potrebbe ritrovarsi a giocare da titolare nel Superclàsico che vale la finale della Copa Libertadores. Ignacio Scocco, infatti, è in forte dubbio a causa di una contrattura e a sostituirlo potrebbe essere proprio il 18enne attaccante argentino. Che, alle spalle, ha una storia molto particolare, fatta di rifiuti e rivincite. A soli 11 anni, infatti, lo scout argentino Piero Foglia lo vide giocare e lo portò a Madrid, a provare con il Real. Il suo sogno, però, finì praticamente subito: “Stavo giocando campionati giovanili, ma a 13 anni il Real Madrid mi poteva far firmare definitivamente. Per farlo in quel momento, avrei dovuto far spostare tutta la mia famiglia e quindi sono stato costretto a tornare a Cordoba”.

Sliding doors, tra Boca e River. E l’idolo Messi…

Quella con il Real Madrid, però, non fu l’unica occasione persa. Alvarez fu scartato anche dal Boca Juniors, proprio la squadra che sfiderà in questa partita così importante. Questa finale di Libertadores, il giovane attaccante argentino, avrebbe potuto giocarla con l’altra maglia. E invece vestirà quella del River, sfidando il Boca Juniors nella partita più sentita dell’anno in Sud America. A 16 anni ha trovato la sua nuova casa, oggi per lui una grande occasione. Un po’ a sorpresa, visto che fino a questo momento ha giocato appena 98 minuti con la maglia del River Plate nel campionato argentino. Ora potrebbe invece guidare l’attacco della sua squadra in finale di Copa Libertadores, proprio contro gli eterni rivali del Boca Juniors. Il talento certamente non manca a Juliàn Alvarez, che con i suoi 18 anni e una clausola da 15 milioni potrebbe presto diventare uno dei pezzi pregiati del mercato sudamericano. Sognando Lionel Messi: “È il migliore di tutti, è impressionato osservarlo e vedere cosa fa con la palla. A me piace giocare ed essere in contatto con la palla. Arrivo al gol è una conseguenza del gioco, che viene naturalmente e non mi genera alcuna pressione. Allo stesso tempo, non ne sono ossessionato, ma so che giocando davanti devo riuscire a segnare”, ha raccontato Alvarez. Pronto per quella che potrebbe essere l’occasione della sua vita.

Fonte: Sky

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