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Roma-Real Madrid, le chiavi tattiche della sfida

È passato poco più di un mese da quando la Roma ha subito una brutta sconfitta dal Real Madrid di Lopetegui, eppure tante cose sono cambiate. Nessuno avrebbe immaginato forse che quella sarebbe stata forse l’unica grande vittoria di Lopetegui sulla panchina della Casablanca; la Roma invece nel frattempo è riuscita a correggere subito il tiro e ora si trova con due partite da giocare e la qualificazione alla portata. Sono 2 risultati su 3 quelli che servono oggi per passare il turno e basta comunque una sconfitta del CSKA Mosca nell’altra partita del girone contro il Viktoria Plzen per avanzare comunque, anche in caso di sconfitta contro il Madrid.

Al netto di una situazione ambientale piuttosto pesante per via dei risultati, la Roma non deve necessariamente fare la partita della vita, contro un avversario che viene da una brutta sconfitta nella Liga.

Nonostante ciò, la partita sarà comunque ricca di spunti da un punto di vista tattico, che potrebbero essere utili a due squadre in difficoltà per il prosieguo delle rispettive stagioni. E in questo senso la sfida più interessante della partita verrà giocata nella porzione di campo che corrisponde alla trequarti offensiva della Roma (o difensiva del Madrid), perché lì risiede il punto di forza del sistema della Roma e in assenza di Casemiro, il punto di debolezza di quello del Madrid.



Perché il trequartista della Roma può fare la differenza 


Nella sconfitta contro l’Eibar si è visto quanta fatica fa il Madrid a resistere alla pressione avversaria e soprattutto a gestire attacchi veloci e verticali in transizione difensiva. Gli uomini di Solari nell’ultima sfida di campionato non sono mai sembrati in grado di assorbire i tagli avversari a seguito dei lanci immediati dopo la conquista del pallone, e sono sembrati in apnea anche nella riconquista delle seconde palle. E se Di Francesco sembra aver abbandonato quest’anno i propositi di pressing alto, almeno contro le squadre che considera superiori, dal gioco in verticale la Roma potrebbe invece ricavare più di un’arma.

In questo senso, la probabile assenza di Dzeko non aiuta la Roma, che senza il bosniaco farà più fatica ad arrivare direttamente alla trequarti con i lanci lunghi, ed è quindi possibile che Di Francesco opti per un cambio di modulo, magari tornando a quella difesa a tre che aveva svoltato l’esperienza dei giallorossi in Champions League la scorsa stagione. Con il 3-4-3, ad esempio, la Roma potrebbe cercare di contenere il potenziale offensivo del Real Madrid e cercare con la palla un gioco meno diretto, provando ad attaccare dietro ai terzini avversari.

Con il collaudato 4-2-3-1, invece, assumerebbe ancora più importanza il giocatore che dovrà trovarsi nella zona della seconda palla, e cioè ovviamente il trequartista. L’assenza di Pellegrini per infortunio fa pensare ad una nuova titolarità per Zaniolo, proprio contro la squadra con cui a sorpresa aveva esordito e fatto bene.



Lo stesso gioco della Roma, d’altra parte, sembra facilitare chi gioca da trequartista, che spesso finisce la partita tra i migliori dei suoi. Il gioco di Di Francesco, infatti, fa fatica a connettere i giocatori nella fascia centrale del campo dopo l’uscita del pallone, e sembra sempre in difficoltà ad accorciare il campo in verticale. Per questo motivo, la Roma cerca di spostare molto del peso della manovra sugli esterni, forse anche per il pallone a Dzeko in area di rigore invece di farlo ricevere spalle alla porta lontano dall’area come la scorsa stagione. In questo contesto, il trequartista è molto libero di muoversi nella zona centrale della trequarti, fungendo da collante fra la difesa e l’attacco più che come vero e proprio rifinitore. In assenza di Pellegrini, che si è esaltato nel ricoprire questo ruolo, la stazza, il dinamismo e le qualità tecniche di Zaniolo sembrano sposarsi bene con le richieste del sistema.

Fonte: SkySport

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