OBIETTIVO NAPOLI – Un punto di vista sui cali nei secondi tempi
Il Napoli crolla nel secondo tempo perché non ha gioco!
Si, ok, la sentenza è un po’ ad effetto e va ragionata.
Nello specifico, se consideriamo la proposta offensiva del Napoli – soprattutto negli ultimi mesi – notiamo come si tratti di un gioco fondato prevalentemente sull’aggressività del recupero palla e su ripartenze, il cui fulcro è la palla su Lukaku o il lancio lungo sull’inserimento di Politano.
Certo, rimane l’idea di voler provare ad uscire palla al piede dalla prima costruzione, quasi sempre solo sull’asse Rrahmani, Di Lorenzo, Politano, ma raramente questo sviluppo porta ad occasioni pericolose.
Anche perché il Napoli ne costruisce davvero poche di occasioni, lo dicono le statistiche sui gol fatti e gli XG.
E qui sta il motivo per cui i primi tempi portano più benefici: c’è più energia per pressare alto, con difensori che portano pressione fino alla trequarti avversaria, e c’è meno paura di compromettere il risultato acquisito.
Anche perché, alternative non ce ne sono. Manca un gioco dominante che possa consentire di gestire i ritmi nella ripresa, manca la qualità per intimorire gli avversari e manca la fiducia nelle alternative, che consentirebbero un ricambio di energia.
Conte, da buon allenatore “risultatista”, ha bisogno di individualità che possano compensare i limiti di una manovra offensiva fondamentalmente lineare. E a Napoli, come dicevo in un precedente post, di qualità offensiva ne abbiamo proprio poca: Lukaku è uno Zalayeta evoluto, che però non ha a fianco un Lavezzi che ne impreziosisca il lavoro di sponde; Neres impatta maggiormente a gara in corso e comunque rimane un adattato sull’out di sinistra; Politano è un onesto mestierante, costretto ad un costante lavoro di ripiegamento che gli toglie tutte le energie. Delle “alternative” non parliamo nemmeno. A centrocampo manca totalmente una mente creativa sulla trequarti e abbiamo solo “assaltatori”.
Alla fine Conte è riuscito a creare un gioco che ha tutti i crismi teorici di un 3-5-2, a prescindere dal modulo adottato nei fatti, ma che manca della cattiveria offensiva di questo sistema di gioco.
La posizione in classifica rimane comunque merito dell’allenatore pugliese, oltre che grave demerito delle concorrenti, ma la sua stessa filosofia di calcio, espressa dalle scelte delle caratteristiche dell’esoso mercato estivo, sono state contestualmente il seme dei limiti di questa squadra. Sono convinto che, se si fosse ceduto Kvara in estate, avremmo basato il mercato su un 3-5-2 puro, più consono alle idee del mister e più fruttuoso in termini di risultati. Ma con i se e con i ma…
Commenti