BRASILE 2014

BRASILE 2014 – Barzagli: Dalla paura alla Coppa. C’è aria di 2006

Il difensore azzurro: «Ho temuto di dover saltare il Mondiale. Ora sono pronto. Qui c’è un grande gruppo, come quello di 8 anni fa. Contro l’Inghilterra conta solo vincere, stando attenti ai dettagli»

MANGARATIBA – Andrea Barzagli, alla vigilia del debutto in quello che per lui sarà il secondo mondiale, dopo quello vinto nel 2006, parla di emozioni e prospettive azzurre.Barzagli, contro l’Inghilterra giocherete su un campo di patate «Siamo aggiornati sulle condizioni del campo di Manaus, sappiamo che non è in ottime condizioni, spero venga messo a posto in tempo». Più del campo ci saranno da temere gli attaccanti inglesi «Intanto spero che siano i nostri attaccanti a far breccia. La loro è una difesa arcigna, sarà molto dura, non sarà facile ma abbiamo provato molte soluzioni. Sappiamo che non dovremo giocare con palla alta, ma con palla a terra, e saper uscire dalla loro marcatura». Lei arriva qui dopo una stagione in cui ha giocato solo due amichevoli «Vero, c’è stato un periodo in cui ero preoccupato di perdere il mondiale, ho avuto molti problemi, ma ora sto bene, non mi sento condizionato». Teme più Rooney o Sturridge? «Rooney è bomber di livello internazionale, ha grande esperienza ma lora hanno tre o quattro giovani molto veloci, che vanno nel lungo, all’uno contro uno senza paura. Dovremo stare molto attenti». Sarà una sorta di Juve-Liverpool «Avere un blocco in nazionale facilita il gioco. Pertò il nostro è un ottimo gruppo in generale, questa è la nostra forza, ognuno si è messo a disposizione degli altri». Voi siete difensori “in età” rispetto ai giovani leoncini inglesi: chi suderà di più a Manaus? «Il caldo condizionerà al di là dell’età, noi ci siamo allenati bene nella casetta  Manaus a Coverciano, sarà difficile ma a questo livello devi essere pronto a tutto». Forse gli inglesi hanno meno responsabilità e più entusiasmo di voi? «Di entusiasmo ne abbiamo anche noi, e le pressioni le reggiamo, è giusto averne, e avere delle responsabilità verso un Paese che ama il calcio». Quale è il vostro stato d’animo? «Ci sono forti emozioni, più siamo vicini più sale l’adrenalina, la tensione sana, c’è fiducia per il lavoro svolto, abbiamo delle certezze, puntiamo in alto, questo vale per tutti noi: dobbiamo credere nella capacità di fare cose straordinarie. Da ora in poi non si scherza più». Quanto pesa la eco dei conflitti a San Paolo. Il calcio dovrebbe fermarsi? «Sicuramente questo è un aspetto che vediamo dall’esterno, non siamo noi che possiamo decidere di fermnarci, non è bello tutto questo in un mondiale e per di più in  Brasile; al di là dei problemi, spero che la cosa non degeneri e che si possa fare un mondiale come una festa». Cosa cambia e cosa c’è di uguale rispetto al 2006?  «Allora c’era una squadra complessivamente con più esperienza, ma anche in questa c’è la stessa voglia di fare bene. Allora pensavo di non giocare un solo minuto invece non fu così e anche adesso deve essere così per ognuno di noi, sperando che le cose vadano nello stesso modo». E per Barzagli quali sono le differenze? «Io non era uno di grande esperienza, e fu un bellissimo cammino, adesso ho qualche responsabilità in più, so che dovrò dare più compattezza, perché qualche gol di troppo ultimamente lo abbiamo preso; sarà importante ridare forza alla nostra difesa, che deve essere il punto di forza della squadra». In questo senso potrebbe aiutarvi De Rossi «E’ una soluzione che abbiamo studiato ma non si farà sempre; non ha senso che Daniele si abbassi se non ci vengono ad attaccare alti». Quanto conta essere il più forte difensore italiano, che pure aveva perso la Nazionale per qualche anno «Non mi sono mai reputato un fenomeno, la Nazionale poteva stare benissimo senza di me…La mia forza è che ho avuto sempre un rendimento costante». Inghilterra-Italia, potrebbe andare bene anche un pareggio, dato anche il clima? «Io dico che la prima partita sarà già decisiva, non ci accontenteremo, bisogna cecare di vincere. Il peso del clima lo vedremo domani». Ma il vero pericolo quale sarà? «Loro sono forti di testa, sono alti, dovremo stare attenti alle loro palle inattive, ai dettagli, e non sbagliare».
CdS
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