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E alla fine c’è l’accordo: a Sky tutta la A, le big pure su Mediaset

Tanto rumore per nulla. La guerra dei diritti tv si risolve all’insegna dell’italianissimo volemose bene. Resta tutto, o quasi, come prima: nel triennio 2015-18 il cuore del campionato di Serie A – 248 partite, cioè quelle in casa e trasferta di 8 squadre tra cui Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma – verrà trasmesso sia da Sky, sul satellite, sia da Mediaset, sul digitale terrestre. L’emittente di Murdoch avrà una piccola fetta di esclusiva: 132 partite, cioè gli scontri diretti delle restanti 12 squadre, oltre a diritti accessori quali interviste, telecamere negli spogliatoi, 3D.
Calcoli La Lega incassa 943 milioni a stagione, 114 in più del ciclo attuale, ma 135 in meno rispetto all’assegnazione “massimizza-ricavi” su cui si era orientata la maggioranza dei club e che aveva fatto infuriare Sky, con tanto di minaccia di ricorso, perché le offerte più alte per i due pacchetti principali erano le sue. Alla fine l’ambizione di Murdoch di avere in esclusiva la crema del campionato è stata sopita, il duopolio della tv a pagamento è rimasto in vita, ma la Lega ha fatto uno sconto alle duellanti resistendo alla tentazione di assegnare i pacchetti in modo incrociato (il digitale a Sky per 422 milioni, il satellite a Mediaset per 350). I 135 milioni risparmiati dalle emittenti hanno sbloccato l’impasse e dato il la all’accordo tra Sky e Mediaset, unica strada per evitare strascichi legali.
Due fasi Il meccanismo è questo. Ieri la Lega, con 22 voti a favore (c’erano pure le neopromosse) e l’astensione della Fiorentina, ha assegnato i diritti domestici esclusivi 2015-18 dando il pacchetto A (satellite) a Sky per 357 milioni, il pacchetto B (digitale) a Mediaset per 280 e il pacchetto D (scontri diretti di 12 squadre) alla stessa Mediaset per 306. «La delibera tiene conto di una valorizzazione dei ricavi e soprattutto degli interessi degli utenti e dei consumatori, attraverso un’assegnazione sulle piattaforme su cui gli operatori sono consolidati», spiega Maurizio Beretta, presidente della Lega di A. A questo punto, in base alla Legge Melandri, la Lega chiederà ad Antitrust e Agcom una deroga per autorizzare la sublicenza, in modo che i broadcaster aggiudicatari possano scambiarsi i diritti secondo i patti sottoscritti ieri. E cioè in questo modo: il pacchetto D, quello delle 132 partite in esclusiva, verrà ceduto da Mediaset a Sky, ma con una correzione. Originariamente il pacchetto D includeva pure la Roma, che in base agli accordi verrà sostituita da un’altra squadra e spostata nei pacchetti A e B, quindi visibile sia su Sky sia su Mediaset. Quindi, alla fine dei giochi, Sky avrà tutto il campionato con l’esclusiva di 132 partite e, tramite una trattativa privata, dei diritti accessori rimasti al momento invenduti; Mediaset continuerà a trasmettere le grandi, con le dirette dai campi e gli highlights.
Felici e contenti Considerando pure la rivendita dei diritti, Murdoch avrà speso 572 milioni e Berlusconi 373. Ufficialmente vincono entrambi: Sky perché gli esborsi si sono riequilibrati, visto che il competitor pagherà un centinaio di milioni in più rispetto al triennio attuale (268) mentre l’operatore satellitare manterrà lo stesso livello di spesa (561 nel 2012-15); Mediaset perché avrà il 90% del bacino d’utenza della A. Ma il disgelo è arrivato al termine di mesi durissimi. Il blitz di Mediaset, assicuratasi la Champions 2015-18 per 690 milioni, ha sparigliato le carte e spinto Sky alla controffensiva sul campionato. Così, la Serie A povera di stelle e senza stadi moderni si è d’un tratto rivitalizzata, finendo al centro di una disputa senza precedenti, con i due broadcaster pronti a usare la stessa arma: sfruttare certe smagliature del bando e presentare offerte sulla piattaforma altrui per eliminare il concorrente. I prezzi sono esplosi, i tatticismi si sono esasperati, fino alla diffida di Sky e alla controdiffida di Mediaset. Sul filo di lana (ieri a mezzanotte scadeva il termine per assegnare i diritti) è arrivato il lieto fine.

La Gazzetta dello Sport

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