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Maradona risponde all’articolo del Corriere della Sera

Sul Corriere della Sera del 28 giugno 2014, a pagina 51 compare un corsivo dal titolo “Palla avvelenata – Maradona parla ma non paga”, a firma r.per.

In qualità di difensore di Diego Armando Maradona il sottoscritto avvocato Angelo Pisani chiede che venga pubblicata rettifica delle notizie infondate e diffamatorie contenute nel predetto articolo ed in particolare delle seguenti affermazioni:

«A proposito di rapporti con la giustizia, Diego nel suo caso e per sua fortuna ha avuto a che fare con quella italiana. Maradona continua ad essere debitore con il nostro fisco di 39 milioni di euro. Lui ha sempre negato e ultimamente ha ottenuto la sospensione dei pignoramenti sui beni, ma non ha ancora scucito un tallero e continua ad andare e venire dall’Italia, osannato e riverito. Grazie alle strade infinite della giustizia italiana, la vicenda non è ancora conclusa. (…) Parlando di giustizia, se Diego avesse avuto a che fare con quella tedesca, ora non sarebbe così garrulo».

Se l’estensore dell’articolo avesse avuto la cura di informarsi prima di ironizzare ed offendere la reputazione di Maradona, avrebbe appreso che da perizie e documenti esibiti lo scorso mese di maggio alla Commissione tributaria di Napoli sono emersi fatti inoppugnabili, che sono poi alla base della sospensione dei pignoramenti decisa dalla Commissione stessa, Quattordicesima Sezione, sospensione richiamata anche nell’articolo.

In sintesi, dalla predetta documentazione si evincono alcune incontrovertibili circostanze, in primo luogo che la richiesta avanzata dal fisco italiano a Maradona è esclusivamente relativa alla sua posizione di lavoratore alle dipendenze della Società Sportiva Calcio Napoli e che quest’ultima ha già estinto completamente tale obbligazione attraverso il condono del 2003. Il fisco perseguita da vent’anni Diego Armando Maradona per una tassa già pagata dal sostituto d’imposta S.S. Calcio Napoli e quindi non dovuta. Dalle notifiche che solo dopo tanti anni gli esattori hanno dovuto esibire in giudizio, inoltre, poche settimane fa sono emerse anche le grossolane irregolarità nelle notifiche effettuate a inizio anni ’90.

A ciò si aggiunga che per questa stessa vicenda in sede penale il pm aveva prosciolto Maradona nella fase delle indagini da qualsiasi ipotesi di evasione fiscale. Sono pertanto da ritenersi offensivi e fuorvianti anche gli accostamenti, presenti nell’articolo, con Uli Hoeness, in carcere perché condannato per frode fiscale.

Chiedo pertanto che venga pubblicata con evidenza e a termini di legge la dovuta rettifica, fermo restando il diritto di tutelare il mio assistito in ogni opportuna sede.

 Napoli, 30 giugno 2014                                                              

Ufficio stampa avvocato Angelo Pisani

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