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L’analisi: Più corti e compatti, con Insigne e Callejon che fanno i tornanti

Più per la testa che per le gambe, più per l’Europa che per l’Italia. E giustamente, visto che il primo appuntamento che aspetta il Napoli è proprio il preliminare di Champions. Rafa Benitez ha voluto testare il Napoli soprattutto nel contenimento e non poteva esserci avversario migliore del Barcellona maestro del possesso palla. In fase difensiva, l’allenatore spagnolo deve aver lavorato molto, durante questa estate, per limare i difetti che hanno impedito di far strada in Europa e di competere fino alla fine per lo scudetto. Micidiale in attacco, il Napoli nella stagione scorsa ha infatti sofferto qualche squilibrio di troppo. Ma se le indicazioni di Ginevra sono credibili il miglioramento è evidente.
Concentrazione Il Napoli è stato più compatto, più corto, grazie soprattutto al lavoro proprio del quartetto d’attacco. Nella (lunga) fase di non possesso, gli azzurri si sono disposti 4-4-1-1, con Hamsik a dar fastidio a Busquets in avvio di azione e soprattutto con i due esterni, Callejon e Insigne, chiamati anche alla copertura. Lo hanno fatto bene, e per riuscirci sono serviti concentrazione e voglia, oltre che gambe. Con Jorginho e Gargano (più difensivo di Inler) a chiudere le cerniere centrali, contenere è stato molto più semplice anche per i due centrali. Koulibaly e Albiol si sono divisi i compiti: lo spagnolo «usciva» sul centravanti avversario (Munir) per asfissiare lo spazio tra le linee, il francese si preoccupava della copertura preventiva «scappando» verso la propria porta. E quando «Kouli» è stato tagliato fuori, è stato bravo Rafael a fare il «libero». Ma è stata tutta la linea arretrata, sollecitata dai continui movimenti avversari, a raccogliersi centralmente, anche con i due terzini. A proposito: spingere va bene, ma i terzini devono forse ancora capire quando è opportuno sganciarsi e quando limitarsi ad appoggiare da dietro.
Pressing Pur pensando principalmente a difendersi (la lezione di certe imbarcate europee è servita…), il Napoli non ha trascurato l’attacco, anche se le combinazioni favorite dal recupero alto e dai lanci di Hamsik per i tagli degli esterni si sono visti solo brevemente a inizio partita. Stare corti sul campo però ha permesso anche un pressing a volte anche molto alto. Efficace: nel primo tempo addirittura Iniesta ha messo in calcio d’angolo un retropassaggio sulla pressione di Callejon al limite della propria area; e il gol è arrivato (anche) dal pressing di Mertens che ha affrettato il rilancio di Bravo.

La Gazzetta dello Sport

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