OBIETTIVO NAPOLI

AZZURRI DAL RENDIMENTO ALTALENANTE: COLPA DI BENITEZ O DEI SINGOLI?

Benitez_DMF_6713 Napoli-Empoli 7/12/2014 foto De MartinoNon è stato un periodo particolarmente felice quello trascorso dal Napoli nelle ultime settimane. Nonostante rimanga ancora salda la lunga imbattibilità, è ormai da un mese che la squadra di Benitez non riesce a conquistare i tre punti in campionato. Gli azzurri sono stati infatti fermati sul pareggio dalla Sampdoria a Genova e da Cagliari ed Empoli al San Paolo, facendo riemergere in maniera estremamente evidente tutti i limiti e le difficoltà che la squadra non riesce a scrollarsi di dosso almeno dall’inizio di questa stagione. Solo in Europa League il Napoli è riuscito a riassaggiare l’ebbrezza della vittoria, contro lo Slovan Bratislava, in una gara che però è parsa poco più di un allenamento infrasettimanale, sia per la qualità dell’avversario, sia per le scarne motivazioni e posta in palio.
È evidente, quindi, come gli azzurri stiano attraversando un momento di flessione che sembra allontanare anni luce il ricordo del bel gioco espresso ad inizio novembre, nel periodo migliore della squadra culminato nella netta vittoria contro la Roma. Tuttavia questo calo della squadra non può sorprendere particolarmente chi ha seguito le recenti sorti della compagine partenopea. Il Napoli di Benitez, ed in particolare quello di quest’anno, ha sempre vissuto di alti e bassi e non ha mai trovato quella continuità di risultati che gli avrebbe consentito di lottare per il vertice della classifica. Gli azzurri hanno sempre vissuto di fiammate, momenti in cui la squadra sembrava girare a mille, trascinata dai suoi elementi più importati, seguiti da più o meno lunghi blackout, durante i quali regalare punti a chiunque diventa routine. Per questo il Napoli del tecnico spagnolo è sempre stato una formazione in grado di vincere contro chiunque, ma allo stesso tempo capace di arrendersi anche al meno quotato degli avversari. Anzi, com’è noto, sono proprio le cosiddette medio-piccole a creare maggiori problematiche agli azzurri. Chievo, Udinese, Palermo, Atalanta, Cagliari, Empoli, sono tutte squadre che hanno avuto vita facile a sottrarre punti alla compagine napoletana, anche al San Paolo, dove il Napoli quest’anno non sembra riuscire a far valere la propria superiorità, quasi come se i giocatori fossero confusi dal reiterato utilizzo della maglia jeansata al posto di quella azzurra (teoricamente) casalinga.
Le cose invece vanno meglio contro le big, come da tradizione negli ultimi anni. Il fatto di esaltarsi contro le grandi sembra ormai un fattore insito nel dna della squadra napoletana. Segno che in determinate gare gli azzurri ritrovano motivazioni, ed un genuino vigore da provinciale che in altre occasioni viene meno.
Dal punto di vista tattico abbiamo provato più volte a fornire delle motivazioni in merito agli aspetti che impediscono al Napoli di spiccare il volo trovando solidità e continuità nelle prestazioni. Abbiamo più volte fatto cenno alle difficoltà difensive derivanti da un assetto tattico che talvolta lascia la difesa troppo abbandonata a sé stessa. Abbiamo sottolineato come il centrocampo spesso soffra l’inferiorità numerica e l’aggressività di formazioni meno dotate tecnicamente ma forti dal punto di vista agonistico. Ci siamo talvolta anche permessi di ipotizzare soluzioni tattiche alternative, che potessero esaltare maggiormente le caratteristiche di alcuni singoli. Questa volta, invece, vorremmo analizzare la situazione dal punto di vista squisitamente tecnico. In pratica vogliamo porci, una volta per tutte, la seguente domanda: questo Napoli avrebbe le qualità e le potenzialità per far meglio? Se frequentate il nostro gruppo su Facebook o siete assidui frequentatori del nostro sito internet, saprete bene che il dibattito sulle sorti degli azzurri vede ormai schierate due correnti di pensiero ben distinte, formate da chi, da una parte, vede in Benitez il principale colpevole delle difficoltà della squadra, contro chi, dall’altra parte, sostiene che il tecnico spagnolo stia facendo il massimo con gli uomini messi a disposizione dalla società.
Valutando nel suo complesso la rosa a disposizione dell’ex allenatore del Chelsea, è innegabile che in essa vi siano individualità che in serie A quasi nessuno può vantare. Soprattutto il reparto offensivo sembra vantare elementi dal valore unico in Italia.
La situazione si fa già diversa a centrocampo, reparto che doveva essere fortemente rinforzato quest’estate, ma che non ha goduto dei rinforzi che Benitez sperava, rimanendo di fatto senza un vero leader.
In difesa le lacune si fanno, probabilmente, ancora maggiori, tra infortuni, elementi dal rendimento incostante, alternative dal valore non eccelso e l’addio in estate di Reina, vero leader del reparto.
Insomma sembra evidente che a Benitez non sia stata messa a disposizione la rosa dei suoi sogni. Tuttavia è anche doveroso porre in evidenza come il tecnico spagnolo non sia riuscito a diventare lui stesso il valore aggiunto di questa squadra. L’impressione è che Benitez non sia stato in grado di trovare accorgimenti tattici e soluzioni innovative capaci di ovviare a qualche limite tecnico, rimanendo ancorato alle sue spesso immutabili idee. Se la difesa presenta gli stessi limiti sin dalla scorsa stagione non può essere solo un problema di singoli.
Lasciamo dunque al vostro singolo giudizio l’onere di dare una risposta definitiva alla domanda che ci ponevamo in precedenza. Anche se forse, come spesso accade, un responso definitivo non esiste e la verità va un po’ ricercata nel mezzo…

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