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DOMANDONE: Chi ha deluso maggiormente in questo scorcio del 2014: la società, Benitez o la squadra?

(Vincenzo Letizia, PianetAzzurro) – Questa stagione è nata male già a Dimaro. Interpretando certe reazioni di malcontento, vedendo certi atteggiamenti ho collegato una frase di Benitez durante una conferenza stampa dopo una seduta mattutina: “Una società che vuole puntare a vincere non deve avere giocatori che rimangono in squadra controvoglia”. Il misterioso caso di Zuniga, i mal di pancia di Callejon e le recenti prestazioni di Higuain mi fanno pensar male. Quindi colpevoli innanzitutto sono i calciatori che scendono in campo a volte non caricatissimi. Poi, imputo alcune colpe gravi a Benitez: innanzitutto quella di aver avallato un mercato indecente e di non aver rassegnato le dimissioni già a settembre quando non era stato assolutamente accontentato. Il tecnico poi insiste su un modulo che non sembra valorizzare al massimo le caratteristiche di tanti calciatori della rosa azzurra. Tutti ciò, premettendo che il maggiore responsabile della mancata crescita della squadra è il presidente che si ostina a non investire adeguatamente, puntando più allo scudetto del bilancio che a quello sportivo.

(Umberto Chiariello, Canale 21) – La delusione maggiore del 2014 è appannaggio in primo luogo di Rafa Benitez. Da un tecnico così blasonato mi sarei aspettato di più da ben 4 punti di vista: aspetto motivazionale (il Napoli con le piccole non gioca con la stessa intensità delle altre gare), tattico (sempre lo stesso modulo di gioco, immodificabile ed eterno, anche quando non è palesemente adatto a molti dei suoi giocatori tipo Jorginho, Hamsik, Mertens, Inler, etc.: per me buonj allenatore non è quello che adatta i giocatori al suo schema di gioco, ma quello che sa trarre il meglio dagli uomini che ha); di gestione e lettura della gara (cambi fissi intorno al 65′ e quasi sempre gli stessi, ruolo su ruolo; mai un cambio tattico a modificare la scena); di scelte (troppi turn over, alcuni scellerati come quello di Udine; la formazione di Bilbao palesemente sbagliata nella gara più importante della stagione, etc.). Resta la sua grande filosofia di gioco e la sua riconosciuta managerialità nonché l’appeal europeo. Ma da lui era lecito attendersi di più. La seconda delusione è Marek Hamsik, che si è perso letteralmente, e non basta il disagio tattico a giustificarlo. A ruota, ma riguardante solo la seconda parte della staagione, Mertens (letteralmente scomparso), Henrique (idem come Mertens), Jorginho (vale per lui lo stesso discorso fatto per gli altri due) e soprattutto Rafael che, chiamato a fare il titolare, finora ha profondamente deluso. Infine, the last but don’t the least, ci metto il Presidente: non ha saputo completare il progetto così ben iniziato l’anno scorso. Ed invece di parlar chiaro alla gente, la offende pure! Parola di piagnone e criatura quale sono.

(Antonio Giordano, Corriere dello Sport) – La squadra perché è venuta meno in troppe componenti, nel gioco e nei singoli. e la differenza dall’anno scorso ad ora è determinata proprio dalla capacità del Napoli di saper essere squadra.

(Emanuele Corazzi, SKY) – Non conosco benissimo situazione e ambiente, certe cose van vissute e studiate prima di dare pareri. Esprimo dunque solo un’impressione. Mi sembra che De Laurentiis non sia piu’ coinvolto come in passato e dunque metta meno testa, passione e denari sul progetto Napoli. Di conseguenza, Benitez ha visto limitato il suo raggio d’azione, il suo orizzonte e non puo’ avere l’entusiasmo dell’estate 2013. Tutto viene sempre calato dall’alto e i giocatori sono solo l’ultimo tassello. Non so in che modo, ma spero si riaccenda presto la fiammella a Napoli perche’ e’ una piazza passionale, e’ sale per il calcio.”

(Michele Sibilla, TeleAkery) – Mi dispiace dirlo, ma per è stato Benitez, ma non sia un alibi per la società, colpevole al pari.

(Carlo Caporale, Televomero) – Se oggi squadra e allenatore stanno probabilmente deludendo la piazza, dopo che nella prima parte del 2014 erano riusciti a chiudere la stagione con un bilancio positivo (terzo posto in campionato e la conquista della coppa Italia), una parte di responsabilità non può non essere attribuita a loro. Ma la delusione madre che ha generato poi i successivi deludenti risultati sul campo, a partire dalla disfatta di Bilbao, va individuata in una campagna acquisti totalmente insufficiente. Un mercato incapace di corroborare il progetto Benitez e di colmare il gap con Juve e Roma e non in linea con le aspettative dei tifosi, impropriamente ed incautamente alimentate dalle dichiarazioni estive del presidente De Laurentiis, che ancor prima della chiusura delle liste parlò di scudetto. Ma alle parole, purtroppo, non fecero seguito i fatti, con effetti “velenosi” che a tutt’oggi l’ambiente azzurro sta ancora scontando.

(Gianluca Monti, Gazzetta dello Sport) – Mi ha deluso la società perchè non è stata in grado di rilanciare il progetto come sempre aveva fatto negli ultimi anni. Sul mercato non si è investito, si è scommesso. Si è scommesso in particolare sulla qualificazione Champions e sugli introiti che ne sarebbero derivati. Invece, è finita come sappiamo e ne ha pagato le conseguenze la squadra. L’allenatore ha la colpa di aver avallato questa strategia senza dare segnali forti di insofferenza.

(Peppe Iannicelli, Canale 21) – Se il Napoli non è competitivo per lo scudetto la responsabilità principale è di De Laurentiis, ma se il Napoli non è perlomeno terzo di certo è colpa della gestione di Rafa Benitez. La situazione è estremamente complessa, il Napoli appare come una navicella con il nocchiero ebbro e nello spogliatoio non ci sono personalità tali da farsi carico anche in campo del destino della squadra.

(Lucio Pengue, Radio Kiss Kiss Napoli) – La squadra. Onestamente credevo che il Napoli avesse giocatori di più personalità. Benitez ed il presidente non sono esenti da colpe, ma credo che la maggior parte delle responsabilità siano da attribuirsi ai giocatori che troppo spesso forniscono prestazioni altalenanti. Non so se sia una questione di fiducia nei propri mezzi o sia soltanto una congiuntura astrale sfortunata. Inoltre spesso proviamo a complicarci la vita cercando spiegazioni metafisiche. Sinceramente la faccio più semplice: Higuain e Callejon giocano bene, il Napoli vince. Se Albiol, Koulibaly e Rafael non fanno errori il Napoli non subisce gol. Ed in questi assiomi, quasi matematici, credo che presidente e Benitez siano chiamati in causa in modo molto relativo.

(Dario Sarnataro, Radio Marte) – A mio parere è difficile dare la prevalenza di responsabilità ad una sola componente perchè ritengo tutti responsabili. Lasciando per una volta da parte il mercato la società è troppo assente e paga la scelta, sbagliata, di non dotare l’organico di dirigenti che siano esperti e uomini di calcio, strutturando poco e male un club che è cresciuto molto. Benitez ha responsabilità specifiche su tre fronti: 1) non ha risolto i problemi difensivi in un anno e mezzo; 2) non dà gli impulsi nervosi giusti alla squadra; 3) non recede mai dal suo credo tattico che talvolta è controproducente vista la forma di alcuni azzurri. Infine la squadra che sembra smarrita, piatta, distaccate, senza anima e senza animus pugnandi.

(Antonello Gallo, TCS) – Credo che le colpe si debbano suddividere, magari non in parti uguali, ma sicuramente ad ognuna delle tre parti, a seconda dei contesti che hanno maggiormente inciso sul bilancio totale e definitivo del Napoli in quest’anno. In particolare, a seconda del punto di vista e della prospettiva che ogni unità ha avuto nei confronti delle altre. La società ha parlato molto, promesso tanto, ma ha dato qualcosa forse di sovrastimato rispetto alle aspettative. Benitez ha domandato e avuto, ma non si sa fino a che punto ciò era quello che effettivamente aveva richiesto, unica spiegazione possibile per un professionista preparato per quella sua incredibile rigidità tattica che ci ha davvero sorpreso. Ecco che, in ultima analisi, possiamo spiegarci perché, di fronte a questi scenari, la maggior parte della squadra non è stata capace di seguirlo. A questo, aggiungerei il calo fisico e psicologico di alcuni che per certi versi è questione troppo personalistica per essere compresa, ma per altri esprime quella inadeguatezza e scarsità di punti di dialogo e riferimento delle posizioni di club e allenatore rispetto ai calciatori.

(Roberto Esse, Radio Club 91) – Le colpe vanno equamente distribuite. Prima colpevole la società che ha indebolito la squadra rispetto all’anno scorso. Rafa Benitez invece non doveva metterci la faccia sapendo di essere stato preso in giro e di non avere la rosa all’altezza dell’anno precedente. La squadra che non si riesce a concentrare.

(Paolo D’Amato, Capri Event) – De Laureatiis perché non ha fatto mercato e tutto il ricavato dello scorso anno lo ha messo nelle proprie saccocce! Come giocatori, Hamsik, Rafael ed Albiol disastrosi, oltre ad avere una difesa che fa acqua ed un centrocampo che non filtra e non crea. Infine, Benitez perché non si adatta al calcio italiano e si ostina con il suo sbagliatissimo modulo!

(Maurizio Nicita, Gazzetta dello Sport) – Tutti, nessuno può cercare alibi. Ma la delusione più grande è Benitez che sottolinea sempre l’aspetto del fatturato ma dimentica cosa è stato capace di fare l’Atletico di Simeone. Disarmanti i picchi negativi di questo Napoli quasi irritante in quelli positivi visto la mancanza assoluta di continuità. Mai trovati equilibri in fase difensiva.

(Carmine Martino, Mediaset) – Tutto nasce nel corso del mercato estivo, quando le speranze dei tifosi sono alimentate dalle dichiarazioni del presidente che pronuncia la parola scudetto, obiettivo da raggiungere con acquisti di alto livello. Il momento sembra propizio. La Juve imbattibile delle ultime stagioni perde la sua guida. Conte va via e tutti ipotizzano difficoltà per la vecchia signora. L’illusione dura poco. I grandi campioni non arrivano ed il club infrange subito i sogni di gloria in Champions league con la cocente eliminazione maturata in terra basca.Il Napoli che doveva essere più forte dell’anno scorso appare addirittura più’ debole. Le lacune mostrate nella stagione passata sono ancora evidenti. La mancanza di leader carismatici nello spogliatoio,la perdita di Reina e gli equilibri precari mostrati in difesa ed a centrocampo alimentano malumori e perplessità tra i tifosi,delusi ogni giorno di più. Benitez prova a plasmare il collettivo ed ottiene risultati positivi con la crescita esponenziale di Insigne. Lorenzo diventa gran protagonista, corre tanto, difende, ispira e trascina la squadra in una grande vittoria con la Roma. Una svolta che trova conferme nella trasferta a Firenze. Gli azzurri battono i viola ma perdono lo scugnizzo napoletano. L’infortunio d’Insigne e’ grave. Arriva la pausa e cambia il vento. La squadra regredisce, soffre di pareggite acuta e don Rafa non riesce a scuoterla. Cerca di dare una scossa ai giocatori più rappresentativi ma al Meazza contro il Milan, la prestazione e’ indecente. Per raggiungere la vetta della classifica, evidentemente, non basta un tecnico di esperienza internazionale e qualche giocatore dal nome importante. Ci vogliono strutture, organizzazione societaria ed una mentalità vincente che si acquisisce anche con calciatori di grande esperienza. Beni preziosi che all’ombra del Vesuvio, a quanto pare, scarseggiano.

(Marco Lobasso, LEGGO) – La società. Se la Roma vincesse lo scudetto, a de Laurentiis i veri tifosi del Napoli non glielo perdonerebbero mai…

(Angelo Pompameo, TV Luna) – A mio avviso, fino a questo momento, hanno deluso tutte e tre, anche sè è presto per fare un bilancio definitivo. Quando si va male non puo’ esserci un unico responsabile. Tutti hanno le loro colpe, e tutti hanno l’obbligo di trovare le soluzioni per tirarsi fuori, perchè a mio avviso si puo’ fare ancora…

(Antonello Perillo, RAI) – LA SQUADRA. A deludere di più è stata la squadra perché sta sicuramente giocando al di sotto delle proprie possibilità. Potenzialmente è la terza forza del campionato, ma sul campo non lo sta dimostrando. Va detto che hanno sbagliato anche la Società (in sede di calciomercato) e Benitez (poco duttile tatticamente).

(Liberato Ferrara, Cronache di Napoli) – La società, in primis. Con un mercato inesistente ha decretato la fine dle progetto. All’allenatore in primis, e subito dopo a tutta la squadra è mancato l’entusiasmo. In queso modo si stanno ottenendo risultati decisamente inferiori alle potenzialità che restano alte. Ma senza entusiasmo nel calcio è difficile ottenere risultati.

(Fabrizio Cappella, RAI) – Ritengo che le quote di responsabilità siano da dividere tra società, allenatore e squadra, ma non in maniera equa. Attribuisco al club la quota più ampia di responsabilità, perché in estate, se davvero si voleva tenere il passo di Juve e Roma, andava impostato un mercato di ben altro spessore. Subito dopo c’è la squadra: mi sembra che anche i giocatori si lascino trascinare dall’entusiasmo quando le cose vanno bene e si demoralizzino in fretta quando i risultati non arrivano, cosa che dovrebbe essere concessa solo ai tifosi e non certo a chi va in campo. Ultimo, ma non esente da colpe, Benitez: una maggiore malleabilità dal punto di vista tattico avrebbe sicuramente giovato.

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Vincenzo Letizia

Giornalista sportivo, nasce a Napoli il 16/02/1972. Tante le esperienze professionali: collaboratore dei quotidiani “IL TEMPO”, “NAPOLI NORD”, “LA VERITA'”, “DOSSIER MAGAZINE”, “CRONACHE DI NAPOLI”, dei mensili “L’OASI” e “IL VOMERESE”. Corrispondente da Napoli del quotidiano “IL GOLFO”, redattore del periodico “CORRIERE DEL PALLONE”, direttore editoriale del settimanale di scommesse sportive 'PianetAzzurro FreeBet'. Responsabile dei servizi sportivi del “CORRIERE DI CASERTA”. Tra i collaboratori del ‘laboratorio di giornalismo e di comunicazione’ diretto da Michele Plastino. Inviato della trasmissione radiofonica “ZONA MISTA” in onda su CRC targato Italia. Più volte ospite alle trasmissioni televisive “Campania Sport” e “PANE E PALLONE” in onda su Canale 21, “ULTRAZOOM” in onda su TCS, “TRIBUNA Sport” in onda su Televomero, “Sotto Rete” in onda su TLA. Ideatore ed opinionista della trasmissione WEB/RADIO 'MONDO CALCIO' andata in onda sulla Tele5 Napoli tutti i lunedì alle 18,00 e i venerdì alle 21,30. Ha curato ogni sabato pomeriggio, intorno alle ore 16,30, la rubrica radiofonica su 'RADIO PUNTO ZERO' (FM 102.00) 'LA BOLLETTA' all'interno del seguitissimo programma 'Zero Magazine' in onda dalle 16:00 alle 19:00 (su www.rpz.it in Live Streaming). Ideatore e conduttore del programma TV 'CALCIOMERCATO & SCOMMESSE MONDIALI' andato in onda su Area Blu TV durante il Mondiale sudafricano. Opinionista fisso del programma TV 'AREA AZZURRI' in onda tutti i martedì alle ore 21 sul digitale terrestre 'AREA BLU TV'. Ospite fisso della trasmissione "SORRISI E PALLONI" in onda su Radio Punto Nuovo e su Capri Event TV. Opinionista della trasmissione televisiva "NAPOLI CALCIO LIFE" in onda su Capri Event TV e TeleCapri Sport. Autore e produttore della trasmissione televisiva "PIANETAZZURRO TV" in onda su RTN. ATTUALMENTE: presidente dell'associazione giornalistica AGiCaV; direttore editoriale del periodico cartaceo “PIANETAZZURRO” ; direttore generale dell'omonimo portale sportivo www.pianetazzurro.it , del sito di cronaca e intrattenimento www.campaniaveritas.it e della guida gastronomica www.golosando.eu