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Hamsik e Higuain hanno ritrovato la loro verve: merito anche del lavoro di Rafa

cesena-napoli marek hamsik

L’abbraccio più significativo è stato quello tra Gonzalo Higuain e Marek Hamsik, dopo il raddoppio del Napoli a Cesena. Assist sopraffino del capitano e travolgente fuga del centravanti: la mente e il braccio della riscossa azzurra, iniziata a Doha col trionfo in Supercoppa e proseguita di slancio alla ripresa del campionato, con il quarto successo stagionale in trasferta. C’est plus facile, è tutto più semplice, ora che la squadra ha ritrovato finalmente i suoi leader: protagonisti finora solo a corrente alternata, nella migliore delle circostanze. Insieme mai, o quasi, in un anno e mezzo di coabitazione diventata a tratti difficile da sopportare, per entrambi. Erano ormai sul punto di convincersi, perfino loro, di non essere tecnicamente e tatticamente compatibili: una tesi, peraltro, largamente condivisa al San Paolo e dintorni. Non da Benitez, però: che non si è mai arreso e ha grandi meriti nella resurrezione dei due campioni, rimessi in sesto dall’allenatore spagnolo con le buone e a volte con le cattive. Ma senza mai gettare la spugna.
Higuain e Hamsik hanno conosciuto la mortificazione della panchina. E anche di qualche pubblica reprimenda. «Devono fare un passo avanti, tocca a loro portare in alto la bandiera del Napoli…». Rafa ne è sempre stato convinto, a dispetto dei limiti caratteriali — veri e presunti — dei big azzurri. Nessuno dei due aveva dimostrato nei mesi scorsi la tempra del leader, in effetti. Introverso e troppo spesso insofferente l’argentino, specie dopo lo choc per l’uscita dalla Champions; malinconico e sulle sue lo slovacco, apparso a disagio fin dall’inizio del nuovo corso di Benitez. Problemi tattici e legati al modulo, secondo alcuni. Psicologici, per altri. Sta di fatto che il centrocampista stava diventando un capitano non giocatore. Al punto che non sarebbe parso uno scandalo sollevarlo dal gravoso peso della fascia. Ma Benitez non l’ha fatto, preferendo alternare il bastone di qualche bocciatura in panchina a dosi più abbondanti di carota.

La Repubblica

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