L’AVVERSARIO – Contro la Lazio per il terzo posto: centrocampo e attacco di livello, biancocelesti deboli in difesa

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La squadra di Pioli, che soprattutto all’Olimpico sta costruendo le sue fortune (19 punti conquistati sul proprio campo), arriva allo spareggio contro il Napoli trascinata anche da un Đorđević ed un Felipe Anderson in grandissimo spolvero: se infatti il centravanti serbo sta raccogliendo ottimamente la pesante eredità lasciata da Miro Klose, il giovane brasiliano sembra essere esploso definitivamente. Il tutto senza tralasciare il contributo dei nuovi arrivi di quest’estate Basta, De Vrij e Parolo, oltre ai soliti Mauri e Candreva.
Dopo tanti anni la Lazio finalmente ha un gioco: Pioli, infatti, ha disegnato la sua squadra col 4-3-3, un modulo che esalta le qualità tecnico-tattiche dei suoi giocatori. A causa dell’infortunio di Lulic, però, Pioli spesse volte ha deciso di optare per un 4-2-3-1, con Mauri dietro Djordevic, o Klose. L’uomo più in forma del momento è Felipe Anderson, che sta facendo vedere la sua classe dopo un anno di adattamento. Attenzione anche al già citato Mauri, mentre l’altro grande giocatore è Candreva. Le chiavi del centrocampo sono affidate all’argentino Biglia, ma non dimentichiamoci anche dell’esperienza di Ledesma, del nuovo arrivato Parolo, oppure di Onazi, e quel Keita che, però, deve ancora maturare. L’unica pecca è la difesa: De Vrij è un buon difensore, ma non è, per capirci, un Thiago Silva, e lo stesso discorso vale per il volenteroso Cana.  Il portiere Marchetti sembra essere tornato ai livelli di qualche anno fa, e le sue parate fanno sempre la differenza. Sulle fasce, invece, la situazione è decisamente migliore: Basta, e Radu sono due ottime garanzie.
La squadra di Pioli, però, ha dimostrato di dover ancora crescere ancora dal punto di vista caratteriale: alcuni scivoloni, come ad esempio contro Empoli e Udinese, e l’incredibile pareggio contro l’Inter sono quei tre cosi detti tre indizi che fanno una prova.
L’allenatore Pioli, al primo anno sulla panchina biancoceleste, fa dell’intensità e della corsa il suo credo tattico. Quest’anno, prima dell’esplosione di Felipe Anderson è ricorso spesso al 4-2-3-1 con Djordjevic (o Klose) prima punta, supportato da Candreva, Mauri e Lulic, con Biglia (o Ledesma) e Parolo a fare da schermo davanti alla difesa. Modulo che potrebbe riproporre anche contro il Napoli, causa anche lo stop di Lulic. Il bosniaco, infatti, è il giocatore che fa da raccordo tra centrocampo e attacco e che garantisce quella copertura necessaria quando Candreva e Anderson sprigionano la loro velocità in fase offensiva. Ruolo che domenica ancora una volta ricoprirà Mauri, abile nel supportare l’attacco e nel rifinire per le punte, ma allo stesso  tempo in grado di abbassarsi sulla linea del centrocampo a dare aiuto ai due mediani. La difesa è il reparto in cui Pioli ha avuto maggiori difficoltà, complici i numerosi infortuni.
Non è mai facile arrivare in una squadra e darle un’identità precisa in poco tempo, ma Pioli l’ha fatto, pur pagando con qualche sconfitta di troppo all’inizio. Nonostante ciò il tecnico non ha mai rinnegato le sue idee e l’atteggiamento propositivo: la Lazio è più portata ad attaccare (con 33 gol ha il terzo miglior attacco del campionato, insieme al Napoli) che a difendere (21 gol subiti, meno due gol rispetto agli azzurri) e proprio in difesa si concentrano i limiti che impediscono per ora di fare il definitivo salto di qualità. A centrocampo e in attacco invece il livello è molto alto, Pioli ha tante soluzioni e ha tra le mani un potenziale crack, Felipe Anderson, che potrebbe davvero diventare l’uomo in più di questa squadra se riuscirà a trovare continuità di rendimento.
È l’aspetto chiave sul quale si giocherà la lotta per il terzo posto: se la Lazio non butterà via altri punti è la favorita per inserirsi nel vuoto di potere lasciato dal Napoli alle spalle di Juventus e Roma: una vittoria contro gli uomini di Benitez creerebbe il primo vero e proprio solco tra il terzo posto e chi insegue. E Alla fine del girone d’andata, un’eventuale vittoria in quello che si presenta. come un vero e proprio spareggio, potrebbe dare ulteriore spinta emotiva e psicologica e convinzione alla Lazio dopo il pareggio nel derby contro la Roma.

Giuseppe Di Marzo

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