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I meriti di Pioli, le scelte di Lotito e Tare. Così la Lazio ha spiccato il volo

ROMA  –  Nella Roma biancoceleste (e non solo) tutti ormai esaltano il lavoro di Pioli. Un tecnico preparato, arrivato tra lo scetticismo ma capace di trasformare gradualmente i mugugni in applausi. Ha dato una mentalità nuova alla squadra, più offensiva e alla costante ricerca della padronanza del gioco. Questa la linea guida, che l’allenatore è stato bravo a non far diventare un dogma. Perché (vedi l’ultima partita con il Torino) la Lazio di Pioli sa anche capire quando è il momento di non spingere sull’acceleratore ed aspettare il momento giusto per colpire.

Altro grande merito del tecnico è l’aver saputo valorizzare praticamente tutti i giocatori del seppur numeroso organico biancoceleste. Tutti, senza nessuna eccezione, hanno almeno una presenza in questa stagione nonostante la Lazio abbia giocato solo in due competizioni, campionato e Coppa Italia. Ognuno ha avuto la sua occasione, ciascuno a suo modo si sente importante all’interno dello spogliatoio. E la società ringrazia, perché la diretta conseguenza è che anche il lavoro di Lotito e Tare sia stato valorizzato. Già, perché a chi ancora “contesta” la dirigenza non andando allo stadio sembrerà impossibile, ma quell’allenatore e quella squadra non si sono materializzati da soli nel centro sportivo di Formello: sono stati scelti e portati a Roma dalla premiata ditta Tare-Lotito. Che adesso può gioire, nel vedere un’intera rosa completamente rivalutata, anche (e soprattutto) in termini economici.

Per capirlo in modo semplice e chiaro, basta analizzare quanto siano stati pagati gli acquisti degli ultimi anni e quanto sia adesso il loro valore: il cambiamento più evidente e al momento sotto gli occhi di tutti è quello del cartellino di Felipe Anderson?, acquistato due estati fa dal Santos per 9 milioni lordi e oggi valutato oltre 40. Ma il brasiliano è solo la punta dell’iceberg. In quella stessa sessione di mercato arrivò anche Lucas Biglia, centrocampista argentino dell’Anderlecht e della nazionale “Albiceleste”: venne pagato poco meno di 10 milioni, oggi per portarlo via dalla Lazio ne servono almeno 25 e tra Manchester, Madrid e Parigi, non è affatto escluso che qualcuno la prossima estate possa arrivarci. Tra i 15 e i 20 chiede poi Lotito per Senad Lulic e Stefan De Vrij: il primo venne acquistato nel 2011 dallo Young Boys per circa 3 milioni, l’olandese è arrivato questa estate per 6,5. Serve di più invece per Candreva, preso dall’Udinese per 12 milioni complessivi e cedibile oggi solo per 30 o giù di lì.

A questi vanno poi aggiunti i colpi a parametro zero. Rientrano in questa categoria il giovane spagnolo Keita, prelevato dalla “Cantera” del Barcellona e ora valutato circa 15 milioni, così come Filip Djordjevic arrivato dal Nantes. Un discorso a parte va fatto poi per Danilo Cataldi, giovane cresciuto nel vivaio della Lazio, spedito l’anno scorso in prestito al Crotone in serie B per farsi le ossa, e oggi astro nascente del calcio italiano. Costo zero anche in questo caso, ovviamente. E il suo valore di mercato è già a quota 10 milioni. Un po’ di meno la Lazio chiede invece per Onazi, centrocampista nigeriano arrivato giovanissimo in biancoceleste solo con un minimo premio di formazione al club africano My People. Certo, insieme a questi nomi ci sono state di mezzo anche bufale e calciatori (pagati profumatamente) che hanno trascorso più tempo in infermeria che sul campo. Ma al momento si tratta solo eccezioni. Che piaccia o no, la regola è che Lotito e Tare stanno raccogliendo i frutti del loro lavoro.

ss lazio

serie A
Protagonisti:
Stefano Pioli
claudio lotito
igli tare
Fonte: Repubblica

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