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Il programma di Allegri: “Sabato scudetto e poi via ai sogni…”. Curva chiusa per due turni

TORINO – Juve tra piccoli dubbi e grandi certezze. Appartiene a quest’ultima categoria il miglior Tevez di sempre. Con l’ottava doppietta stagionale, coppe incluse, ha impallinato la Fiorentina e si è ripreso il trono dei bomber in solitaria (20 reti, 2 in più di Icardi), portandosi a quota 28 gol stagionali, e cioè a un gol dal suo record europeo: 29 centri nel Manchester City 2009-10. Un collaudo niente male, in vista del Real Madrid. “Siamo a un solo passo dall’obiettivo. Vamos Juve!”, è l’ultimo cinguettio del numero 10 bianconero. E’ arrivata anche, nel frattempo, la decisione del giudice sportivo per gli incidenti e l’esplosione della bomba carta nel settore dei tifosi torinisti durante il derby della Mole di domenica scorsa: chiusa per due turni la curva Sud bianconera (oltre a un’ammenda di 50 mila euro alla società). Il giudice ha definito l’esplosione della bomba carta “un atto delinquenziale per la potenzialità lesiva del materiale esplodente utilizzato”.

E’ una certezza ormai granitica anche il quarto scudetto consecutivo, il trentunesimo per i libri ufficiali, il trentatreesimo per la contabilità bianconera. “Il traguardo è vicino  –  twitta Allegri -, andiamoci a prendere ciò che meritiamo sabato, e poi proviamo a inseguire sogni ancora più belli”.

Nell’anticipo in casa della Samp, ai bianconeri basta un punticino per mettere la ceralacca sul titolo. Di più: se la Lazio non vincerà a Bergamo, la Juve potrà permettersi addirittura una sconfitta, la terza consecutiva lontano da casa. Meglio di no, se è vero quello che da qualche tempo predica Allegri: “Lavorare con le sconfitte sulle spalle è più difficile e toglie certezze”. La sua Juve ieri si è scoperta più leggera: “La vittoria con la Fiorentina ci libera la mente  –  ha detto il tecnico -: aver raggiunto il titolo, anche se non ancora matematicamente, ci permette di giocarci al meglio le nostre carte in Champions, preparando le partite contro il Real Madrid con la testa sgombra”. Intorno all’ora di pranzo la squadra è tornata a lavorare con il classico menu del day after: scarico per chi ha giocato, allenamento per il resto del gruppo, che dopo quasi cinque mesi ha ritrovato Romulo.

Per festeggiare lo scudetto ci sarà tempo più avanti, visto che a Marassi non ci saranno i tifosi bianconeri, bloccati dall’Osservatorio in seguito alle follie bipartisan del derby di domenica scorsa. “Magari faremo festa in casa, il sabato successivo contro il Cagliari”, ha detto Allegri. E pazienza se la Curva Sud dovesse essere vuota per probabilissima squalifica. Del resto, anche ieri non c’era grande voglia di fare bisboccia. Lo Stadium non era “tutto esaurito” come al solito, forse perché molti tifosi stanno risparmiando energie e euro in vista del big match di martedì, semifinale di andata contro il Real Madrid. La partita è andata in scena in un silenzio assordante, tra bocche cucite e striscioni ribaltati in segno di protesta. Lo sciopero del tifo è finito all’inizio della ripresa, quando sono cominciati i canti carichi di ignobile odio verso giornalisti, polizia, Toro, Fiorentina, le donne toscane da sterilizzare, gli ebrei…

Quanto ai piccoli dubbi che disturbano la lunga vigilia europea, ci sono i quattro gol subiti negli ultimi tre giorni dai cari nemici granata e viola, due a testa, impresa che in tutto il campionato era riuscita soltanto alla Roma e al Cesena. Un bilancio un po’ preoccupante per una delle retroguardie più impermeabili d’Europa, attesa a breve all’esame BBC (Bale, Benzema, Cristiano Ronaldo). Vedere la capolista a lungo in balìa di una Fiorentina reduce da tre sconfitte filate ha sollevato qualche timore dentro e intorno alla squadra. Resta da capire se la Juve che ha trotterellato ieri allo Stadium ha risparmiato le galoppate per le merengues oppure se è entrata in riserva.

L’altro dubbio è legato al partner in attacco dell’insostituibile Tevez. Un paio di settimane fa chiunque avrebbe scommesso su Morata, che resta comunque il favorito per duettare con l’Apache. Ma il primo momento di calo (fisiologico) del giovane scuola Real, il grande ex della doppia sfida, corrisponde all’attesa riapparizione di Llorente, mercoledì di nuovo in gol dopo più di due mesi di astinenza in campionato. Il Re Leone, tornato a ruggire, sa come rovinare la festa al Real: ha già bucato Casillas due volte l’anno scorso, sia al Bernabeu che allo Stadium, e un’altra mezza dozzina di volte con la maglia dell’Athletic Bilbao.

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Fonte: Repubblica

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