Nunzia Marciano: “Napoli, Higuain non si fischia, mai!”
Nunzia Marciano, giornalista, scrive su “NapoliMagazine.Com”: “È ufficiale: il Napoli resuscita i morti. Che chiunque al San Paolo giocasse “la partita della vita” lo sapevamo. Che a Fuorigrotta tornasse in rete chi a momenti se l’era scordata come fosse fatta la rete, era cosa nota. Ma che questo Napoli ne prendesse due da questo Cesena, non ce lo aspettavamo. Va detto. Chiariamo: il Cesena già retrocesso in B, ha fatto una signora partita e onore al merito, per carità, ma se il Napoli non avesse portato a casa i 3 punti d’oro, aprirti cielo. Ringraziandolo il cielo a salvare dall’intossico ci pensano un sempre verde Dries e un prima punta Manolo. Che a guardarli giocare così ti viene da chiederti perché Mertens non abbia giocato dal primo minuto a Kiev contro il Dnipro d’Europa League e perché Gabbiadini non abbia giocato così nella notte dell’amarezza. Ma oramai è acqua passata e adesso il sogno Champions passa solo da qui, dal campionato. A meno 4 e meno 3 dalle romane, il Napoli rincorre una qualificazione che vale oro in una stagione altalenante fatta di grandi goleade e clamorose sconfitte. Una stagione che ha visto portare a casa una Supercoppa contro la Juve a Doha e che con molta probabilità vedrà l’addio in tandem di Rafa Benitez e Riccardo Bigon. A penare, si è penato anche col Cesena che dopo 10 minuti faceva avverare il più nefasto dei presagi: quello della famosissima citazione del compianto Massimo Troisi di un Napoli che, in “Scusate il ritardo”, perdeva in casa co’ Cesena. “Ma c’è ancora il secondo tempo”, rassicurava Troisi. Per fortuna il pareggio non ha dovuto farsi attendere così tanto. Anche perché dopo le angosce europee, non avremmo mai retto. In un San Paolo che non sostiene, e che accusa gli azzurri di giocare senza impegno e per questo di non meritare il sostegno, gli azzurri dello squalificato Benitez, raggiungono con i 3 contro il Cesena, quota 67 gol, come la Juve, che però ne incassa tanti, tanti di meno. Nella notte della speranza i tifosi decidono di fischiare il Pipita smemorati dell’amore incondizionato che si giura alla squadra, quando si decide di tifare e sostenere, sempre e comunque, al di là del risultato. Perché se è vero che col Dnipro ci ha fatti intossicare, è vero allo stesso modo che un campione come Higuain non si fischia. Mai”.