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La cura Sarri – Verticalizzazioni, pressing e difesa altissima: il lavoro del nuovo tecnico è già evidente

DMF_7695 14/5/2015 foto De MartinoStagione nuova, vita nuova. Decisamente nuova, almeno stando alle prime indicazioni del precampionato. L’era Sarri è iniziata, portando con se una ventata di cambiamento radicale. Sistema di gioco nuovo, certo, ma soprattutto un nuovo atteggiamento in campo ed un nuovo modo di approcciare alle gare. Se non altro nelle intenzioni. Benitez è ormai storia vecchia. Il suo modo di intendere il calcio, probabilmente poco adatto al campionato nostrano, è solo un ricordo, che in pochi saranno felici di conservare.
L’impronta del gioco di Sarri è stata evidente in queste prime amichevoli. L’ex tecnico dell’Empoli ha portato a Napoli una filosofia del tutto differente rispetto a quella della precedente gestione. La ricerca immediata della profondità e un pressing alto, asfissiante, ne sono i nuovi tratti distintivi. L’atteggiamento della retroguardia è un chiaro spot del credo sarriano. La linea difensiva si alza fino alla riga di centrocampo, spesso anche oltre, per tenere la squadra corta e consentire un’immediata pressione sul possesso di palla avversario. Nell’ultima amichevole contro il Latina è stato evidente come la squadra avversaria non riuscisse praticamente nemmeno a superare la propria metà campo, tanto alto ed intenso era il pressing dei partenopei. Questo atteggiamento porta grossi vantaggi in fase offensiva, poiché consente di recuperare palla in zone pericolose per gli avversari, così da poter rapidamente ribaltare l’azione tramite rapide verticalizzazioni. Il rovescio della medaglia consiste nel fatto che in talune occasioni si rischia di lasciare troppa profondità per gli attaccanti avversari. Ma è questo un rischio calcolato, che potrà essere attenuato dall’applicazione e dall’assimilazione di tutti i movimenti difensivi. Già, perché Sarri, a differenza del suo predecessore, è uno che sulla fase difensiva lavora molto e con maniacale applicazione. I suoi movimenti non sono di facilissima comprensione e richiedono una reattività ed una concentrazione estrema da parte dei suoi difensori. Ma già dalle ultime due amichevoli si sono intravisti dei miglioramenti sensibili rispetto al passato, soprattutto dopo l’inserimento al centro della retroguardia di Vlad Chiriches, elemento che ha favorevolmente impressionato in queste sue prime uscite in azzurro.
È evidente, però, che le idee del nuovo tecnico, da sole, possano non bastare per riplasmare la squadra dalle ceneri della scorsa stagione. La vera rivoluzione doveva (e deve) partire dal mercato, ed in questo senso molto si e fatto ed ancora si farà. I cambiamenti non hanno, fortunatamente, modificato il potenziale dell’attacco, dove De Laurentiis e Giuntoli sono riusciti a trattenere –ad oggi–tutti gli uomini migliori. Centrocampo e difesa sono stati invece, e giustamente, trasformati. Nel cuore del campo Valdifiori ha ricevuto le chiavi del gioco azzurro. Sarà lui il motore primo di tutte le azioni del nuovo Napoli e le sue verticalizzazioni immediate sono già diventate un tratto distintivo del nuovo corso. A guardare le spalle all’ex Empoli è arrivato Allan dall’Udinese, finora l’acquisto più costoso di questa sessione di mercato napoletana. Il brasiliano avrà il compito di dare equilibrio alla formazione, recuperando palloni, lottando e proponendosi anche, più frequentemente di quanto si possa pensare, in appoggio alla manovra offensiva. Ma il vero valore aggiunto per il centrocampo azzurro potrebbe essere, a sorpresa, Marek Hamsik. Con Sarri lo slovacco è tornato ad occupare la posizione di mezz’ala sinistra, quella che ha apertamente dichiarato di preferire, ed in questo ruolo potrebbe tornare a divertirsi e divertire come nei suoi primi anni in azzurro, dopo un paio di stagioni deludenti, se non nei numeri, sicuramente nelle prestazioni.
La rivoluzione in difesa è iniziata invece dai pali. Il ritorno di Reina è sicuramente un bel passo in avanti rispetto al duo Rafael-Andujar che ha funestato le sorti della squadra lo scorso campionato. Davanti al portiere spagnolo, Chiriches si propone come nuovo leader difensivo, in attesa che dal mercato arrivi il nuovo colpo a completare il reparto. Un ulteriore innesto si attende anche per quanto riguarda le corsie laterali. Dopo Hysaj, Sarri aspetta infatti un altro terzino con caratteristiche magari più difensive rispetto a Ghoulam, che potrebbe essere ceduto, nonostante le pubbliche dichiarazioni di stima del suo nuovo tecnico.
Se negli uomini le cose non dovrebbero cambiare molto, in avanti Sarri dovrà comunque lavorare un bel po’ per stabilire gerarchie ed adattare gli elementi a disposizione al suo 4-3-1-2. Accantonato il 4-3-3, che sarebbe stato più adatto alle caratteristiche degli uomini in rosa, il tecnico dovrà capire quante garanzie potrà effettivamente dare Insigne nel ruolo di trequartista, soprattutto in fase di non possesso. Bisognerà poi valutare il rendimento di Callejòn e Mertens nel ruolo di seconda punta, al fianco di uno tra Gabbiadini e Higuaìn. L’abbondanza in avanti è dunque evidente, al punto tale che già provoca inopportuni malumori tramite le fastidiose dichiarazioni di questo e quel procuratore. Il passaggio in una grande piazza impone a Sarri di dover fare i conti anche con situazioni del genere, ovviamente con l’ausilio della società, che bene farebbe a prendere una posizione dura contro le esternazioni di taluni personaggi, che minano immotivatamente la tranquillità di squadra e tifoseria.

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