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Milan, Mihajlovic: “Coppa Italia è un obiettivo. Berlusconi? Lo ascolto ma decido io”

MILANO – A quasi tre mesi e mezzo dal debutto vincente col Perugia, il Milan vuole fare un altro passo avanti in Coppa Italia. Domani sera a San Siro arriva il Crotone, protagonista di un campionato di vertice in Serie B. I calabresi saranno seguiti a Milano da 5.000 tifosi che non vogliono perdersi questo evento storico. Mihajlovic però non può fare sconti. Dopo aver raddrizzato la rotta in campionato con il 4-1 alla Sampdoria, i rossoneri devono inseguire l’unico trofeo stagionale in questo momento ancora alla loro portata, al netto di una rimonta scudetto sulle squadre che precedono in classifica.
 
Mihajlovic, quanto è importante la Coppa Italia per il Milan?
“Domani dobbiamo e vogliamo vincere, non avendo le coppe europee per noi è fondamentale andare avanti. La Coppa Italia è uno degli obiettivi di quest’anno, sappiamo che non sarà facile ma vogliamo provare a portarlo a casa”.
Conquistare la Coppa Italia può aiutare a creare una mentalità vincente?
“Vincere aiuta sempre a vincere, anche nelle singole partite. E’ bello vincere una partita, ma quando smetti guardi il palmares e vedere tanti trofei è una bella soddisfazione personale. Il calcio è bello solo quando si vince”.
C’è il rischio di distrarsi dopo la goleada alla Sampdoria?
“Non dobbiamo sottovalutare il Crotone, hanno lo stesso gioco del Genoa. Loro hanno qualità e quantità, hanno ottimi giocatori e sono ben organizzati. Dopo la partita con il Napoli, siamo riusciti a trovare continuità nei risultati. La nostra sarà una formazione competitiva, tocca all’intelligenza dei giocatori avere stimoli e capire partite come quella di domani”.
Il Crotone è un piccolo Genoa?
“Il tecnico Juric ha avuto un buon insegnante: Gasperini. Gioca in modo identico all’allenatore del Genoa. Quando giocava, Juric era un “cazzuto” ed è riuscito a trasmettere il proprio carattere anche alla sua squadra”.

Ha parlato con Berlusconi dopo la partita di sabato sera con la Sampdoria?
“Ho sentito ieri il presidente, ci ha fatto complimenti. Ha detto che non poteva venire a San Siro perché era andato a Venezia e aveva parlato per due o tre ore. Lo sentiamo vicino anche quando non è con noi, sta giocando una partita politica più importante della nostra e so che la vincerà”.
E la battuta sullo spogliatoio giusto dove andare a fare i complimenti dopo i blitz per felicitarsi con Sassuolo e Atalanta?
“L’altra sera mi dispiaceva per i ragazzi perché ci tenevano a far bene davanti al presidente. Sono sicuro che faremo altrettante partite così belle e ci saranno situazione in cui Berlusconi verrà allo stadio e sarà contento. Da trent’anni è il presidente, nessuno più di lui ama il Milan e vogliamo  condividere con lui cose belle”.
Berlusconi è troppo severo con la squadra?
“E’ uno che conosce di calcio. Ci confrontiamo sempre, a volte abbiamo gli stessi punti di vista, a volte no. Non ho problemi a confrontarmi con nessuno e mi fa piacere confrontarmi con lui. Ma ognuno fa le sue cose e si prende le responsabilità. Io faccio l’allenatore, faccio le scelte e mi prendo le responsabilità. Il presidente capisce queste cose. Si guardano i risultati ma bisogna guardare anche il contorno. A me le pressioni piacciono, per questo ho lasciato la nazionale”.
In attacco, dopo l’esplosione di Niang, c’è grande abbondanza.
“Anche Luiz Adriano, quando è entrato, ha fatto bene. Fra una o due settimane tornerà Balotelli. Poi toccherà anche a Menez. Non ci sono titolari fissi, tutti devono sentirsi titolari, dipende dalle partite”.
Farà turnover domani sera?
“Andrà in campo una formazione competitiva e di tutto rispetto. Sono tutti giocatori da Milan e devono dimostrarlo. Ci sarà qualche cambio, è importante che chi giochi mi faccia capire che si merita questa maglia”.
 
TORNA ABBIATI – Domani sera tornerà in porta Abbiati. Per il 38enne portiere di Abbiategrasso sarà il debutto ufficiale in questa stagione: “Sto bene, non ho ancora saltato un allenamento”, dice l’estremo difensore rossonero, diventato il terzo dopo Diego Lopez e Donnarumma: “Avete visto tutti le qualità che ha. Ha grandi margini di miglioramento, è un ragazzo eccezionale con la testa sulle spalle. In pochi hanno queste doti a 16 anni. Il Signore ha guardato giù e gli ha detto ‘Tu devi fare il portiere’. Deve solo pensare a questo lavoro e farlo al meglio”. Abbiati spiega il metodo Mihajlovic: “Ha portato più intensità negli allenamenti e non guarda in faccia a nessuno. Gioca chi merita, non porta se si chiama Abbiati o Donnarumma. E questa è una cosa fondamentale”. Appuntamento tra qualche mese per decidere se continuerà a giocare oppure si ritirerà: “A fine stagione vedremo”.
 

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coppa italia
Protagonisti:
sinisa Mihajlovic
Fonte: Repubblica

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