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Juventus, Gundogan e Lavezzi: Allegri chiede i regali

TORINO – I regali di Natale sono arrivati in anticipo, in casa Juve. Compreso un inaspettato cadeau da parte di quella Lazio che nel posticipo domenicale ha fermato l’Inter capolista. Il settimo sigillo consecutivo in Serie A, il 3-2 sofferto in casa del Carpi, combinato allo scivolone interno dell’Inter ha permesso ai bianconeri di dimezzare il distacco dalla vetta nerazzurra, ora soltanto a +3. Molti tifosi juventini sono ora pronti a scommettere che la storia ripeterà se stessa: capitan Buffon allungherà i suoi guantoni sul quinto scudetto consecutivo. I più ottimisti si sentono già virtualmente in testa, per via dello scontro diretto del 28 febbraio allo Stadium che, combinato allo 0-0 del derby d’Italia d’andata al Meazza, finirà per premiare la Signora.

MAROTTA: “INTER ASSOLUTA FAVORITA, MANCINI E’ FURBO…” – Beppe Marotta, invece, zavorra i facili entusiasmi, spostando i riflettori sull’Inter: “La favorita per lo scudetto? Mancini si nasconde, è molto furbo a sostenere che la lotta per la vittoria finale è tra Fiorentina, Napoli e Juventus, ma io dico in assoluto l’Inter, che ha dalla sua parte la storia della società e un allenatore con grandissima esperienza, che sa far esprimere al meglio i suoi giocatori  –  dice il dirigente sulle frequenze di ‘Radio anch’io lo sport’ -. Quella nerazzurra è una squadra cinica che con poco raccoglie molto. Se è prima è perché lo merita, l’Inter non bada principalmente alla bellezza estetica del gioco ma alla sostanza. Del resto con pochi gol è riuscita a raggiungere la testa della classifica. Tra le cinque di testa è quella che ha fatto meno gol, anche se ne ha subiti di meno”.

“MERCATO? PROBLEMI MAGGIORI A CENTROCAMPO” – In casa Juve ora attendono altri regali, quelli che arriveranno dal mercato: Allegri vorrebbe un centrocampista come Gundogan, Banega o Rabiot e possibilmente un elemento più offensivo, come Lavezzi, per passare dal 3-5-2 al 4-3-3 o al 4-3-1-2. “A livello difensivo stiamo bene, abbiamo 3 nazionali come Bonucci, Chiellini e Barzagli e il miglior Under 21 dello scorso anno che si chiama Rugani. Le problematiche maggiori sono a centrocampo, ma per noi quello di gennaio non sarà un mercato di riparazione: onestamente mi pare che non dobbiamo riparare nulla. E’ difficile trovare giocatori buoni all’altezza della Juve”. Intanto a Torino si godono i colpi del ritrovato Mandzukic, quello dei gol pesanti come macigni: “Ha avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, ma Mario era il tipo di giocatore che cercavamo: ha forza, agonismo e temperamento, è un attaccante vecchia maniera”. La rapida ascesa di Mandzukic è inversamente proporzionale al vertiginoso calo di rendimento di Morata, a secco di gol ormai da due mesi e mezzo: “Alvaro ha fatto molto bene in Champions, che è una delle competizioni più difficili, ma deve crescere”. A proposito di giovani, Marotta segnala quindi che “il nostro è l’unico paese in Europa a non avere le seconde squadre, e questo limita fortemente lo sviluppo dei settori giovanili. Dal punto di vista calcistico, credo che l’Italia non abbia niente da imparare dall’estero”.

“REAZIONE ALLEGRI COMPRENSIBILE, CERTI CALI SONO INACCETTABILI” – “Mai farsi prendere dalla depressione o dall’entusiasmo”, ripete sovente Allegri. La concorrenza è comunque avvisata: la squadra che ha razziato gli ultimi quattro campionati è tornata. E la sosta invernale arriva al momento giusto, per i bianconeri: negli otto giorni di riposo concessi da Allegri (la ripresa a Vinovo è fissata per martedì 29 dicembre) il gruppo dovrà ricaricare le batterie dopo la lunga rincorsa e ritrovare la concentrazione persa nel concitato finale di Carpi-Juve. Per Allegri, protagonista sul gong del Braglia di una reazione così scomposta da far sembrare il Conte furioso un placido monaco buddista, la svolta è tutta questione di “umiltà ritrovata”. Marotta torna sul gesto plateale di Allegri, che ha scagliato verso la panchina il suo cappotto e una bottiglietta d’acqua: “E’ stata una reazione comprensibile e condivisa dalla società: certi cali di tensione non sono accettabili in un squadra della nostra caratura, compromettere il risultato sarebbe stato molto grave”.

“RIMONTA? QUESTIONE DI PAZIENZA E CONSAPEVOLEZZA” – Secondo l’ad, la metamorfosi dei bianconeri è invece questione di “pazienza e consapevolezza”: come se, dopo un avvio-shock di campionato, la Juve si fosse ricordata la parte recitata nell’ultimo lustro. “Il gruppo di Allegri rispondeva comunque ai nostri programmi  –  prosegue Marotta -. L’allenatore ha grande professionalità e praticità. Già l’anno scorso aveva dimostrato grande qualità. Ma il calcio è qualcosa che brucia tutto con una facilità estrema. Davanti alle prime difficoltà, le critiche sono comunque aspre: si azzardano giudizi negativi senza valutare bene il lavoro di una società”. Del resto, lo aveva detto anche Allegri che “forse qualcuno aveva sbagliato a formulare certi giudizi a inizio stagione…” Beppe Marotta torna quindi sulle “molte difficoltà oggettive” incontrate a inizio stagione, quando “sono stati assemblati 10-12 giocatori arrivati da campionati diversi o squadre con meno pressioni”. L’alto dirigente juventino non nega che certi “sbalzi di risultati” siano dovuti “anche agli infortuni e a una preparazione condizionata dalla Supercoppa in Cina” e infine esalta “la capacità del presidente di capire la situazione, la forza della squadra e dell’allenatore: i vertici non si sono fatti trascinare dall’istinto e dall’umore  –  conclude Marotta -, bensì da valutazioni oggettive che vanno al di là del campo”.  

juventus

serie A
Protagonisti:
massimiliano allegri
giuseppe marotta
Fonte: Repubblica

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