Chiariello. “Ottimismo, non disfattismo … Mostriamoci degni di questo grande Napoli”

Il giornalista Umberto Chiariello ha scritto un editoriale per il sito persemprenapoli.it parlando della questione azzurra:

Ottimismo, non disfattismo: mostriamoci degni di questa grande squadra. Comunque vada sarà un successo, perché in Champions League si andrà.
Anche il Cannibale Merckx perse qualche corsa a tappe. C’è speranza per tutti, manca un quarto del cammino, sarebbe un delitto non crederci. Ho parlato in Campania Sport di immaturità della piazza.
Questa cosa ha suscitato mormorii ed attiratomi molte critiche, che sono sempre ben accette per carità.
Io pensavo che fosse meglio essere cacciatore che lepre per chi non è abituato alla gestione del potere come noi.
Poi ho scoperto che in realtà non siamo maturi neanche a fare il cacciatore.
Sento troppe campane a morto suonare sinistramente e prematuramente, e non dagli avversari, troppi piccoli Tafazzi darsi le botte sui coglioni da soli e prematuramente.
Il tutto condito dal solito grido: dagli al pappone.
Usciamo fuori dall’equivoco: l’immaturità del tifoso napoletano a cui mi riferisco non riguarda chi critica o chi non critica, ma chi fa disfattismo e chi non lo fa.
Il disfattismo è un atteggiamento negativo che non porta da nessuna parte, è un disvalore, è un piangersi addosso tipico del meridionalismo becero e retrivo di cui storicamente abbiamo sofferto e soffriamo.
Io dico solo, pur consapevoli che i cannibali sono loro, pur riconoscendo che sono i favoriti d’obbligo per milioni di motivi (fatturato, monte-ingaggi, rosa della squadra, organizzazione, Stadium e soprattutto – direi – storia e mentalità vincente), godiamoci questa stagione, coltiviamo il sogno sapendo che è possibile che si realizzi, crediamoci fino in fondo.
Se avranno vinto regolarmente, chapeau.
Ma fino ad allora giochiamocela, come sta facendo la squadra con mentalità positiva.
Francamente ho molti motivi per criticare De Laurentiis, non ultimo l’ennesimo mercato incompleto di gennaio o la carenza di un settore giovanile adeguato, per non dire dei disastri che fa quando parla.
Ma questa fissazione nei suoi confronti la trovo malata ed in linea con quel disfattismo che intendo combattere, perché questo presidente ha meriti indubbi che solo persone in mala fede non vogliono riconoscere, per interesse personale, antipatia viscerale o fanatismo sportivo (“voglio vincere”, dimenticando che in epoca di diritti televisivi hanno vinto solo le solite tre).