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Juventus, Buffon e il futuro: “Mi vedo ct, in Cina o in Usa”

TORINO – E’ un Gigi Buffon parzialmente inedito e filtrato da una lente mediatica non abituale quello che si affaccia dalla copertina del prossimo numero di “So Foot”, brillante e illuminato mensile francese di calcio nelle edicole transalpine a partire da giovedì. SuperGigi si volta indietro per guardare in faccia quel mostro chiamato depressione: “Avevo 25-26 anni, il ragazzo stava diventando uomo. Era il momento di lasciar perdere l’incuria, la gioia e tutte le stronzate che si possono fare da giovani. Questo cambiamento da un’età all’altra mi ha fatto passare quello che ho passato. Ho superato la depressione senza prendere farmaci: non ho mai voluto essere dipendente da niente e da nessuno”. 

BUFFON: “QUEL PAREGGIO CON VITTORIA…. SULLA DEPRESSIONE” – La svolta il 14 giugno 2004 a Guimarães, in Portogallo: “Ero molto spaventato dalla prima uscita di Euro 2004 contro la Danimarca – prosegue Buffon -. Avevo paura di fallire. Ho provato una grande ansia. Grazie al talento e alla fortuna ho disputato una buona partita. E ho svoltato. Ricordo lo shock e le emozioni procurate da alcune parate importanti. Al fischio finale, per la prima volta in 5-6 mesi, non ho più sentito tremori alle gambe: stavo ritrovando la forza che mi aveva sempre accompagnato. Era come se fossi nato di nuovo. La partita finì 0-0, erano tutti arrabbiati tranne io, che avvertivo di aver probabilmente risolto il mio problema”. Oltre a un ruolo chiave nell’antologia ultracentenaria bianconera, Buffon meriterebbe un capitolo nel romanzo “Capitani coraggiosi” di Rudyard Kipling: “Ho 38 anni e milioni di certezze, ma ho ancora paura quando gioco talune partite. E la cosa che mi piace di più di me è proprio la consapevolezza di essere spaventato ma anche di voler affrontare la paura. E’ come una sfida. Non si tratta di non avere timori. Si tratta di provare la paura, di conoscerla e di superarla”. 

“DOPO I 40 ANNI POTREI FARE IL SELEZIONATORE IN USA O CINA” – Il numero uno dei numeri uno spiega quindi la sua scelta di alta fedeltà alla Signora, seguita anche negli inferi della Serie B, finendo per esternare tutto quello che il suo presidente Andrea Agnelli chiama “orgoglio gobbo”: “Se sono rimasto a vita alla Juve è perché questo club ha un valore superiore a quello di un’altra squadra senza la storia bianconera ma in grado di offrirmi il doppio del denaro”. Infine, Buffon allunga lo sguardo su quello che sarà il suo tramonto sportivo: “Dopo quest’anno, farò ancora due stagioni prima di smettere – conclude il portiere intervistato da So Foot -. Non voglio giocare dopo i 40 anni. Ma voglio arrivare a 40 anni come sono adesso. Cosa farò dopo? Ho un notevole bagaglio di esperienza, ma non voglio allenare. Piuttosto mi piace il ruolo del selezionatore. Sono ambizioso. Se faccio qualcosa è con l’idea di arrivare in alto: senza di questo smetterei di vivere. Quindi andrei verso delle nazioni come gli Stati Uniti o la Cina, che hanno un grande potenziale per una grande popolazione. Come vorrei essere ricordato? Come una persona corretta e per bene, tutto qui”. 

BILD, SCAMBIO MORATA-AUBAMEYANG SU ASSE MADRID-DORTMUND – Sulle colonne della Bild si scommette invece sul futuro tedesco di Morata, che verrà “recomprato” dal Real Madrid a luglio e quindi girato al Borussia Dortmund in cambio di Aubameyang, con ricco conguaglio economico di 70 milioni a favore del club tedesco. Scenario possibile, benché l’attaccante spagnolo non abbia tanta voglia di essere sballottato come un pacco postale. Lo scambio andrebbe invece molto bene ad Aubameyang, che sulle colonne di Kicker non disdegna l’idea di traslocare alla Casa Blanca: “Non ho mai nascosto che un giorno vorrei giocare nel Real Madrid, ma intanto sono molto felice di essere al Borussia Dortmund: non ho rinnovato il mio contratto fino al 2020 senza un motivo”. 

ASAMOAH INSEGUE UN ALTRO DOUBLE: “SCUDETTO E COPPA ITALIA” – “Abbiamo iniziato così così, ma poi abbiamo fatto una rimonta incredibile e ora siamo convinti di vincere lo scudetto”. Kwadwo Asamoah dispensa ottimismo ai microfoni di Sky Sport, a patto che “la squadra faccia più di quanto ha fatto finora: vogliamo il tricolore e la Coppa Italia. Non sarà facile ripetersi dopo l’anno scorso, ma lavoreremo sodo per riuscirci”. Oggi la Juve è tornata a lavorare dopo due giorni di riposo. I primi nazionali a rientrare alla base sono stati Morata e Mandzukic, mentre domani pomeriggio toccherà agli azzurri, Pogba, Evra, Lichtsteiner e Khedira. Per l’anticipo di sabato contro l’Empoli, Allegri non potrà contare sugli squalificati Bonucci, Sandro e Khedira. Il tecnico conta però di recuperare gli acciaccati Chiellini, Barzagli e Lichtsteiner, mentre Dybala e soprattutto Marchisio potrebbero essere preservati precauzionalmente per la successiva trasferta in casa del Milan. Allegri al solito minimizzerà l’emergenza e ribadirà la bontà e la profondità dell’organico bianconero. Tutti necessari, nessuno indispensabile. Lo dice anche Asamoah, dall’alto delle sue 100 partite in maglia juventina: “Io sono contento se la squadra vince, anche se gioco meno di prima. Del resto, in campo si va in undici. L’importante è sapere che, quando si entra anche soltanto per cinque minuti, si può fare la differenza. Prendete come esempio la partita contro il Napoli: Zaza è entrato, ha giocato alla grande e ha segnato il gol vittoria. Ecco, questa è la nostra forza”. Nessun dubbio sulla sua rete più bella: “Quella segnata alla Fiorentina due anni fa – conclude il centrocampista ghanese -. Mi chiedo ancora oggi come sono riuscito a fare quel gol…”. 
 
 

Fonte: Repubblica

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