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Inter, si avvicinano i cinesi: una multinazionale per raggiungere la Juventus

Inter, si avvicinano i cinesi: una multinazionale per raggiungere la JuventusLa delegazione cinese al Meazza con Thohir (lapresse) MILANO – Una proprietà divisa in tre nazioni e un secondo cambio negli assetti azionari nel giro di tre anni. Il calcio in riva ai Navigli fatica a trovare un assetto stabile: il Milan macina allenatori senza sosta, l’Inter insegue l’equilibrio giusto al vertice del club. I cinesi di Suning Commerce Group stanno per affiancarsi all’indonesiano Erick Thohir e all’italiano Massimo Moratti nella composizione delle quote: resta da chiarire quale sarà il peso dei nuovi entrati (20-30%) in seguito all’aumento di capitale da 80 milioni.
 
MINORANZA O MAGGIORANZA  –  E resta da capire se resteranno in minoranza oppure tenderanno a crescere fino a rilevare la maggioranza. Thohir assicura che non lascerà al termine del triennio che scade a novembre e vincola al mantenimento dei rapporti con Moratti stabiliti nel 2013: il tycoon di Giacarta lo ripete con forza a ogni intervista. Un avvocato che rappresenta Suning è a Milano per affrontare i numerosi dettagli di una trattativa simile. Potrebbe servire ancora qualche settimana, l’orizzonte potrebbe essere quello di giugno.  La “due diligence” è già stata effettuata nei mesi scorsi insieme ad altre due avviate da gruppi interessati a entrare nell’Inter. Ma ormai Suning è decisamente avanti.
 
LE INTENZIONI DI SUNING  –  Alla luce di questi sviluppi, i tifosi nerazzurri cominciano a interrogarsi sulle intenzioni della multinazionale di negozi per l’elettronica (1600 tra Cina, Hong Kong e Giappone) che fattura circa 14 miliardi di euro all’anno: per dare un’idea delle proporzioni la Saras della famiglia Moratti oscilla a secondo degli esercizi tra 10 e 12 miliardi. Il comunicato ufficiale, diffuso ieri dall’azienda di Nanchino, non depone a favore di un ingresso con spese faraoniche sul mercato nello stile degli sceicchi arabi di City e Psg. Suning parla diffusamente di “cooperazione strategica con l’Inter, ampia partnership per quel riguarda lo sviluppo del calcio in Cina” aggiungendo la speranza che “lo scambio con l’Inter attraverso l’osservazione e l’apprendimento, possa migliorare la capacità operativa del gruppo Suning nel mondo del calcio al fine di promuovere lo sviluppo del calcio cinese”.
QUESTIONE POLITICA  –  L’unico passaggio strettamente finanziario è questo: “Le due parti non escludono la possibilità di investimenti reciproci”. E si aggiunge che, una volta finalizzati i contenuti della cooperazione, questa “darà una spinta alla promozione del Suning Football Club (la squadra acquistata dalla multinazionale a dicembre), dell’Inter e de calcio in Cina”. Quindi il club nerazzurro in quest’ottica è sullo stesso piano di Suning Fc e del calcio in Cina. E nel comunicato non si fa cenno a traguardi sportivi. Da un lato, questo è abbastanza ovvio perché l’investimento di Suning deve essere fatto rientrare nell’imponente piano di sviluppo del calcio in Cina voluto dal Capo dello Stato, Xi Jinping. Difficilmente il governo darebbe la sua autorizzazione se l’operazione venisse presentata come la volontà di rafforzare un club europeo: l’Inter ne sa qualcosa perché ad agosto 2012 la cessione delle quote a China Railway Construction Corporation saltò anche per questo motivo ad annunci ufficiali già fatti.
 
NO A SPESE PAZZE  –  Anche la composizione del pranzo ufficiale di sabato riflette questa esigenza: non c’erano solo le delegazioni di Inter e Suning, ma anche rappresentanti di Lega Serie A, Uefa e Fifa. Quindi l’ambito degli argomenti è stato decisamente allargato rispetto all’intesa tra le due società. Al centro dei discorsi di quell’appuntamento c’erano soprattutto questioni di politica e visibilità calcistiche tra Europa e Cina. Dall’altro lato, però, proprio questi presupposti possono far pensare che difficilmente Suning pomperà decine di milioni di euro per acquistare fuoriclasse per la squadra: un conto è strapagare calciatori in Cina come ha fatto lo Jiangu Suning sul mercato di gennaio, un conto è farlo a Milano. Senza dimenticare che su alcuni media cinesi è filtrata la preoccupazioni di fonti di Suning per l’elevato indebitamento dell’Inter. Ma questi sono discorsi prematuri perché la firma sull’accordo deve essere ancora messa.
 
MORATTI “ANIMA” CALCISTICA  –  E poi c’è la componente rappresentata da Massimo Moratti che osserva lo sviluppo della situazione senza un’eccessiva smania di scendere al di sotto del suo 30%, guidato dalla volontà di difendere la sua linea secondo una parola d’ordine ben precisa: “Il bene dell’Inter”. In questi anni di presidenza Thohir, secondo l’ex proprietario, sarebbe stato necessario concentrarsi sugli aspetti calcistici più che su quelli finanziari e di marketing dal momento che, come ripete spesso Moratti, un club calcistico non è un’azienda come le altre.  Chissà cosa ne pensano i cinesi di Suning.  calcio

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Fonte: Repubblica

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