LE ALTRE DI A

Milan, Coppa Italia bivio economico: senza Europa sconto ai cinesi

MILANO – In un sabato sera di fine impero l’imperatore in autoesilio davanti alla televisione ha ammirato suo malgrado l’ottavo re di Roma Totti e i due faraoni, El Shaarawy masochisticamente ripudiato e Salah: li ha visti maramaldeggiare sul Milan. Berlusconi ha assistito allo sfacelo dalla Sardegna, a Villa Certosa, luogo dove iniziarono i suoi guai personali e per trascinamento quelli della squadra. Che ha chiuso il campionato settima, alle spalle del Sassuolo, e che, per evitare la terza consecutiva esclusione dall’Europa, adesso deve realizzare un’impresa illogica: battere nella finale di Coppa Italia la Juventus omerica del girone di ritorno.

COPPA ITALIA SALVATUTTO – Essendosi da tempo sottratto alla gogna della folla ostile, cui lascia ormai in pasto Galliani delegando la rappresentanza familiare alla figlia Barbara, il patriarca sorprenderebbe tutti, se riapparisse all’Olimpico, accanto al presidente della repubblica Mattarella e nella città chiave per gli equilibri del centro-destra alle amministrative: il rischio di assistere di persona al simbolico crollo della propria immagine, dato l’intreccio cronico tra calcio e politica dal quale è voluttuosamente e morbosamente avviluppato, trasforma la partita nell’evento paradigmatico di un’era.

SENZA EUROPA C’E’ LO SCONTO – O si vince o si perde. E se si perde, coi cinesi che bussano alla porta di Arcore per comprarsi il Milan e che aspettano una risposta non interlocutoria tra due settimane, scadenza fissata per la verifica a metà trattativa (ma in realtà molto simile a un bivio), sarà complicato mantenere alta (500 milioni di euro più i debiti) la valutazione del club, che nella classifica Uefa è scivolato al trentatreesimo posto, cioè dentro la mediocrità per nulla aurea di chi è stato sfrattato dai piani nobili e vive di magnifici ricordi. Se Berlusconi vuole incassare il massimo, la trattativa potrebbe complicarsi.

ABBIATI, ADDIO PER FRUSTRAZIONE – Ha illustrato l’attuale, inarrestabile decadenza, con cruda spietatezza, l’unico reduce dei gloriosi fasti. Abbiati fino a pochi giorni fa pensava ancora di rinnovare il contratto per un’altra annata. Poi invece, in assenza di interlocutori inghiottiti dal limbo della trattativa in corso e senza più stimoli per il crollo tecnico della squadra, ha deciso di accelerare l’addio: per ora si dedicherà alle Harley Davidson, passione collaterale a quella del pallone, consumata da un contesto inadeguato a chi giocò con Shevchenko e Pirlo e Kakà e Maldini: “Se chiudo gli occhi, vedo un altro Milan. Per questo lascio”.

BROCCHI DURO CONTRO I LAVATIVI – Quello del portiere veterano non è certo un tradimento di questo Milan, né del suo grande amico Brocchi promosso allenatore: è pura constatazione di come la Coppa Italia, un tempo snobbata come il dessert dopo un’abbuffata, si sia ormai trasformata nell’appuntamento che tutto decide e tutto trasforma in oro, perfino la plastica che ricopre oggi una squadra senz’anima. Numerosi indizi confermano come nessuno creda davvero nel potere taumaturgico di una sola partita. Brocchi ha smesso di illudersi, quasi come se non tutti i suoi giocatori remassero dalla stessa parte: “L’orgoglio, per qualcuno di questi giocatori, è naturale. Per altri è complicato da trovare. Per altri ancora è impossibile”. Il solo strumento per rianimare giocatori spenti gli è parso il dialogo: buona parte degli allenamenti, da qui alla partenza per Roma, sarà dedicata ai colloqui individuali.

BALOTELLI DELUSO – L’allenatore è consapevole dell’epilogo probabile dell’avventura: “Se sarò ancora su questa panchina in luglio, con qualche intervento si potrà fare qualcosa di importante. Altrimenti ringrazierò chi mi ha concesso quest’esperienza, fondamentale per  la mia carriera”. Il censimento dei poco orgogliosi sarà più chiaro dalla formazione di sabato, ma anche se pare di intuire che appartengano alla categoria Ménez e il rabbuiato Balotelli, sostituito nell’intervallo con la Roma, appartengono alla categoria, e anche se il trentacinquenne Alex è caduto in errori da principiante, la situazione non permette troppi tagli drastici: Abate e Antonelli sono in fortissimo dubbio, Niang torna a disposizione dopo due mesi e mezzo di assenza per infortunio e le poche armi per segnare sono l’individualista Bacca, Bonaventura e in fondo in fondo lo stesso Balotelli.

DAL DIETOLOGO DI LOTITO AL PAPA – A Brocchi potrebbe dare una mano indirettamente il ct Conte: l’imminente scelta dei 23 per l’Europeo chiama De Sciglio, Bonaventura e Montolivo a moltiplicare l’impegno. Il nutrizionista di Lotito, ingaggiato per gli ultimi due mesi della stagione, per il momento non ha fatto miracoli. L’udienza in Vaticano da Papa Francesco, prevista alla vigilia della finale, si presta a facili sarcasmi. E’ un Milan smunto e senza forza, quello che Galliani prova a rianimare, agitando il miraggio di Ibrahimovic. Ma sabato sera, mentre i faraoni e l’ottavo re di Roma maramaldeggiavano, anche lui si è arreso all’evidenza: è sceso sconsolato negli spogliatoi a guardare in televisione l’ultimo quarto d’ora dello sfacelo. Nell’autoesilio sardo lo stava facendo a sua volta l’imperatore, lontano dai sudditi ribelli che lo implorano di vendere ai cinesi. 
 

Fonte: Repubblica

Commenti
Segui il canale PianetAzzurro.it su WhatsApp, clicca qui