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Lazio: Uefa, un turno a porte chiuse per razzismo. Tare: “Cerchiamo l’erede di Klose”

Lazio: Uefa, un turno a porte chiuse per razzismo. Tare: "Cerchiamo l'erede di Klose"I tifosi della Lazio a Praga  ROMA – Un giro d’Europa in 4 giorni, quello del ds Tare. Accompagnato dal segretario generale Calveri, il dirigente della Lazio è prima volato in Spagna per parlare di nuovo con il tecnico argentino Sampaoli, trattare con Adriano, terzino del Barcellona e, parlare con alcune squadre spagnole di big biancocelesti, come Candreva, Felipe Anderson e Keita. Poi ha virato verso il Portogallo, per tentare di piazzare alcuni giocatori minori (Mauricio in particolare) e sondare il terreno per Jardel, 30enne difensore centrale brasiliano del Benfica. A seguire il rientro a Roma, con già pronto un nuovo volo per Amsterdam, dove sarà fatto un tentativo per Arkadiusz Milik dell’Ajax: la quotazione del 22enne nazionale polacco (già 24 presenze e 10 gol con la Polonia) è di circa 20 milioni, la Lazio è pronta a offrirne 15. Si tratta, ma c’è la forte concorrenza di Roma, Inter, Leicester e Siviglia. Intanto arriva la decisione della Uefa in merito ai cori razzisti rivolti dai tifosi della Lazio nei confronti del giocatore di colore Costa, nella partita di Europa League contro lo Sparta Praga in Repubblica Ceca: un turno di squalifica dello stadio Olimpico nella prossima gara europea, con ammenda di 50mila euro inflitta al club. La società ha già comunicato che farà ricorso.

TARE SUL MERCATO: “CERCHIAMO L’EREDE DI KLOSE E UN GRANDE DIFENSORE” – In ogni caso, a giudicare dai nomi che quanto meno sono nel mirino, sembra che nell’imminente sessione di mercato (almeno nelle intenzioni) la Lazio voglia fare le cose per bene. Per parlare di questo e fare un’analisi della stagione appena conclusa, è intervenuto direttamente il ds della Lazio ai microfoni della radio ufficiale: “Dobbiamo intervenire in difesa, così come in attacco. Su questo stiamo lavorando in modo concreto per portare giocatori che rappresentino un valore aggiunto per la squadra. L’anno scorso abbiamo scelto di non cedere, nonostante siano arrivate offerte con cifre importanti. Rispetto ad allora, non perché ce ne sia bisogno, dobbiamo fare scelte che salvaguardino il bene di questa società. Vogliamo fare una squadra competitiva per raggiungere degli obiettivi nella prossima stagione”. In attacco, in particolare, si attende l’erede di Klose: “Sostituire Miro non è facile, ne siamo consapevoli. Ci sono diversi profili offerti che stiamo valutando bene, ma di sicuro arriverà un giocatore con delle caratteristiche che gli possano garantire di andare in doppia cifra. Ma se giochiamo da squadra tanti giocatori andranno in doppia cifra. Anche chi non l’ha mai fatto. Basta vedere l’anno scorso Mauri, Parolo, Candreva, Felipe Anderson che sono andati tutti oltre i 10 gol. Cosa che non è accaduta invece quest’anno”. Interventi serviranno anche in difesa, a prescindere dalla situazione di De Vrij: “Dobbiamo cercare di portare almeno un difensore centrale di spessore che possa garantire delle qualità importanti. Con il rientro di De Vrij pensiamo di trovare un punto di riferimento molto importante per la difesa. Ovviamente torna dopo una stagione di assenza e allora saranno determinanti anche le prime settimane di ritiro per valutare il suo stato di forma. Ma da quello che abbiamo visto nell’ultimo mese ci ha dimostrato che sta bene, ha fatto anche cose non previste in questo momento. Sappiamo però che è stato un infortunio difficile e come tale va valutato”.
 
“LA SETTIMANA PROSSIMA DIREMO IL NOME DELL’ALLENATORE” – Dai giocatori alla panchina. Tare ha spiegato la situazione allenatore: “La cosa più importante dopo l’addio di Pioli è stata la chiarezza tra noi e Simone Inzaghi. Siamo stati molto chiari per quanto riguarda questo suo primo percorso alla Lazio. Gli abbiamo dato una possibilità importante in un momento molto particolare e difficile, per dimostrare le sue qualità. Per certi versi ha stupito tanto, per la sua capacità di gestire una squadra in un momento difficile. Ma non ha stupito noi, perché la scelta nostra era basata su questo, nel dare fiducia a una persona che trasmette i valori della Lazio e che ha dimostrato di poter fare una buona carriera. La cosa più importante è che abbia dimostrato di essere capace di stare in un ambiente del genere e questo ci fa piacere. Anche l’incontro che abbiamo avuto con Sampaoli è stato interpretato in un maniera sbagliata, sapevamo di un viaggio suo in Europa e abbiamo fatto un incontro per conoscerci e capire se la sua filosofia di gioco fosse compatibile con le esigenze nostre. Inzaghi era stato avvisato anche di questo, per essere chiari con tutti quanti. Per la prossima settimana comunque sarà definita la scelta sull’allenatore della Lazio”. 
 
SULLA PASSATA STAGIONE: “ABBIAMO SBAGLIATO, ORA RIPARTIAMO” – Il ds parla poi della stagione appena conclusa: “Inutile guardare indietro, dobbiamo guardare avanti. Dopo una stagione fantastica come quella dell’anno scorso, pensavamo di fare altrettanto bene. Purtroppo non è stato così, la delusione per l’eliminazione dei preliminari di Champions si è vista anche nelle sconfitte successive. Quanto di buono fatto l’anno scorso è stato cancellato, uno choc psicologico per la squadra a inizio stagione, in cui metto anche la Supercoppa. Poi ci siamo ripresi, a inizio ottobre eravamo secondi in classifica e abbiamo dato un segnale forte. Però non siamo riusciti a mettere quel qualcosa in più per raggiungere i nostri obiettivi. In Europa fino alla partita con lo Sparta Praga abbiamo fatto veramente molto bene, chiudendo il girone da primi in classifica e passando il turno successivo contro il Galatasaray appena sceso dalla Champions. Tante cose andrebbero discusse, tante altre hanno inciso molto sia a livello personale che di gruppo. Le tante assenze per infortuni hanno giocato un ruolo importante. Ma ci sono stati anche errori fatti da parte nostra, che devono essere evitati per la prossima stagione. Per noi è stata una scommessa persa, ma questa stagione deve essere un punto di partenza importante: abbiamo fatto tanti colloqui individuali con i giocatori, anche di gruppo. Abbiamo analizzato i problemi che devono essere evitati per la prossima. Chi deve stare qui, deve sputare sangue per questa maglia”.
 
SUL CASO KLOSE: “GLI HO PROPOSTO UN RINNOVO DI DUE ANNI” – Infine, il direttore sportivo parla anche del “caso Klose”, nato con le dichiarazioni contrastanti tra lo stesso Tare e il calciatore tedesco dopo la partita con la Fiorentina: “Ho letto anche io la sua intervista a fine partita. Ho scelto di non rispondere subito proprio per dare più importanza a quello che è stato il vero senso di quella serata, ossia l’addio di un grande giocatore e di una grande persona che ha indossato con onore per 5 anni la maglia della Lazio. Speravo che lui stesso facesse il giorno dopo o due giorni dopo una riflessione per puntualizzare questa vicenda. La società non merita queste critiche gratuite: quando Klose è arrivato alla Lazio siamo stati criticati per aver preso un ‘giocatore fallito’. Poi però non è andata così, noi eravamo convinti che sarebbe stato un valore aggiunto per la società. Con la Lazio lui è andato a vincere un mondiale e questo ci inorgoglisce tutti. Allo stesso tempo Klose ha dato tanto alla Lazio con la sua immagine e con il suo modo di essere. Proprio per questo ho evitato di rispondere nei primi giorni ed evitare così le polemiche. Prima della gara di Europa League contro lo Sparta Praga sono andato a parlare con lui, siamo stati insieme e gli ho proposto un rinnovo di contratto di 2 anni con la possibilità di diventare un punto di riferimento per la squadra e avere qualcosa al di là del solo ruolo di giocatore. Lui mi ha risposto così: ‘No grazie, ho ricevuto una proposta molto importante che mi piace, è arrivato il momento di chiudere questo percorso fantastico’. Queste le sue parole, perché voleva iniziare una nuova avventura che ha definito intrigante e che mi avrebbe comunicato solo quando fosse andata a buon fine. Nonostante io abbia insistito mi ha ribadito che non aveva preso in considerazione questa opzione perché voleva tornare in Germania. Nel ritiro di Norcia siamo tornati sull’argomento e mi ha detto che questo pensiero di tornare a casa ce l’aveva anche la stagione scorsa, ma per tanti motivi aveva deciso di rispettare il contratto fino alla fine. La sua intervista al termine della partita mi ha sorpreso, anche perché è stata una serata molto emozionante per lui e noi come società abbiamo fatto di tutto per onorare il suo addio”.

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Fonte: Repubblica

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