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Milan, svolta cinese: così Berlusconi ha deciso

Ci ha pensato mesi e mesi, prima di questo annuncio. Ci ha pensato, ha sofferto, ha detto sì, e poi ha cambiato idea. È stato anche male nelle ultime settimane, operato 21 giorni fa, giorni durante i quali ha avuto garanzie di ogni tipo, ed ha deciso – per questo – di mollare, di vendere davvero il Milan.

Viso stanco, provato, da una condizione fisica precaria, da 30 anni di Milan, e da 4 anni (gli ultimi) difficili. L’ha annunciata lui la cessione del club. Anticipando la firma del preliminare (prevista per il 12 luglio), anticipando ogni tipo di comunicazione ufficiale.

Ha deciso di testa, non di pancia. Fosse stata per quella il Milan, sarebbe rimasto affare di casa Berlusconi. Lascia dopo 30 anni pieni di successi, di trionfi, 30 anni che hanno cambiato la storia del Milan e un po’ del nostro calcio, se consideriamo che Silvio Berlusconi è e resta il presidente più vincente.

Il suo desiderio oggi, è quello di rivedere il Milan in alto: ha deciso di vendere una delle cose più care, proprio per questo. Entro prossimi 2/3 anni, se possibile, in cui avrebbe ancora un ruolo (presidente onorario) all’interno del suo Milan. Ecco perché ha preteso ingenti e ricchi investimenti. Per tornare immediatamente grandi. E le sue parole sembrano seguire questa logica.

Adesso tutto passa nelle mani di Gancikoff e Galliani, in rappresentanza il primo del Milan cinese, il secondo del Milan di Finivest, holding della famiglia Berlusconi alla quale Galliani è legato da ancora 3 anni di contratto. Il mercato lo faranno loro. In accordo. Con Montella che ha già consegnato ad entrambi la lista della spesa (imm di ieri sera con Galliani e Gancikoff con 2 cartellette rosse). Che con questa cascata di milioni di euro, potrebbe diventare la lista dei desideri. 

Fonte: SkySport

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