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Roma, senza Champions big a rischio. Manolas può partire

ROMA – Un film già visto. L’immagine che la Roma restituisce di sé è quella di una pellicola ripetitiva. Non è un caso forse se le ultime tre gare a eliminazione diretta, all’Olimpico, sono finite tutte nello stesso modo: 0-3 con Porto e Fiorentina (Europa League, nel 214), 0-2 col Real. Tre gare e nemmeno lo straccio di un gol. Quando serve qualcosa di diverso dall’ordinario, la squadra senza alcun preavviso smette di rispondere ai comandi, s’inceppa e precipita. Li chiamavano black out già durante la prima gestione Spalletti: perché non è una questione di allenatore o di presidente, forse nemmeno di giocatori. E’ come se il dna della squadra le impedisse di elevarsi dalla mediocrità quando farlo diventa indispensabile. La Roma è la stessa che batte la Juve alla seconda di campionato o il Napoli alla quartultima: quando non si gioca il tutto per tutto, può battere chiunque, salvo squagliarsi quando il gioco si fa duro per davvero. Il problema è che il black out rischia di lasciare al buio pure l’ultima fase del mercato. Col rischio che qualcuno ne approfitti per darsi alla fuga.

IL RISCHIO CESSIONI: MANOLAS SCRICCHIOLA – Il risultato dell’Olimpico le toglie un jackpot da circa 30/35 milioni, restituendole un paracadute da 11. Sabatini giura che “sul mercato non cambia niente”. Ma già da ieri sera si sono intensificati i tentativi delle big per le star della Roma: Manolas, il meno convinto di restare, ha un motivo in meno per farlo, senza i gironi di Champions. Tra gli incedibili, è l’unico che possa partire davvero: nonostante la clausola Olympiacos che garantisce ai greci la metà del gruzzolo di una cessione entro il 31 agosto. la Roma aveva stimato il valore della qualificazione intorno ai 35 milioni, e perderli non può lasciare le cose inalterate. Per comprare Borja Valero, ora, rischia di servire davvero quel sacrificio. Illustre. E la partita ha detto che Borja Valero – o comunque un centrocampista che sappia dare idee alla mediana romanista – è assolutamente indispensabile: troppo acerbo Paredes, troppo imprevedibile De Rossi.

CARTELLINI (DE) ROSSI – Ecco, De Rossi: la notte col Porto ha riproposto una scena vista troppe volte. La Roma perde, Daniele perde il controllo. Per la decima volta in carriera un arbitro gli ha sventolato davanti al naso il “rosso” diretto. L’entrata killer su Maxi Pereira, poi sostituito, conferma per l’ennesima volta la fragilità nervosa di un campione sempre costantemente appeso al rischio di deragliare fuori dai binari della ragione alla prima increspatura del percorso. A qualcuno è bastato vederlo partire per capire come sarebbe finita. Pure a Spalletti forse, che però ridimensiona il fattaccio: “Non è l’ennesima espulsione, per me è la prima, visto che è un ragazzo diverso da quello che avevo lasciato”. La storia personale, il curriculum, la rassegnazione dell’Olimpico di fronte alla “tarjeta” sbattutagli in faccia dal fischietto polacco Marciniak, avevano però il sapore di una rassegnazione. E restituivano l’immagine di un film già visto. as roma

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Fonte: Repubblica

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