Milan, Montella sceglie i giovani: ”Idea ambiziosa, darà frutti”
Alessio Romagnoli (lapresse) MILANO – La sconfitta di Napoli può generare la sensazione che rispetto alle ultime, mediocri stagioni nulla sia cambiato, nel Milan tuttora in attesa del laborioso passaggio di proprietà e degli annessi soldi cinesi per il mercato. Invece la novità, per un club prigioniero del passato e viziato anche durante il triennale esilio dalle coppe europee dalla costante voglia di credersi sempre il più bello del reame, sta nella chiosa di Montella alla formazione schierata in partenza al San Paolo, con 6 Under 23 (Donnarumma, Gomez, Romagnoli, De Sciglio, Suso e Niang) e con l’inserimento del settimo (Calabria) nel finale: “E’ un’idea ambiziosa, molti di loro sono anche italiani. Si paga qualcosa in scaltrezza, ma il lavoro può dare frutti”.
BASTA COI PROCLAMI – E’ la certificazione di una filosofia non più soltanto teorizzata, ma anche praticata sul campo. Il Milan sembra avere imboccato sul serio una strada nuova, quella della squadra giovanissima, senza vergognarsene e senza più sbandierare all’inizio dell’annata sportiva traguardi inverosimili, come lo scudetto, o molto complicati, come la qualificazione alla Champions League.
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CENTROCAMPO INCOMPLETO – Il protagonista della metamorfosi è appunto Montella, che alla vigilia del campionato prese le distanze dai proclami (“gli obiettivi devono essere realistici credibili”, disse parlando esclusivamente di qualificazione all’Europa League, cioè di un piazzamento tra le prime sei) e che adesso completa il discorso con la puntualizzazione sulla linea verde. Che non significa chiusura a eventuali rinforzi dalla campagna acquisti, ma adesione convinta alla sola politica possibile di vera programmazione del futuro, in assenza degli investimenti del passato.
ASPETTANDO I CINESI – “Il nostro budget è limitato”, ha ammesso l’allenatore, che ha anche scherzato sull’attuale distanza tra le spese della dirigenza cinese dell’Inter e quella futuribile del Milan: “Forse i cinesi hanno fatto il bonifico all’indirizzo sbagliato”. Gli 85 milioni di euro promessi dal fondo di investimento del governo di Pechino, che entro novembre dovrebbe rilevare la società da Berlusconi, non arriveranno prima del 9 settembre, a mercato chiuso. Montella ha tuttavia lasciato intendere che qualcosa si aspetta ancora, da qui al 31 agosto, e che uno tra Rincon, Baselli e Obiang non gli dispiacerebbe, dopo l’ingaggio di Pasalic, carico di incognite fisiche: “Ma non posso dire niente, altrimenti aumentano i prezzi”.
DE SCIGLIO CONTESO – L’affermazione è in apparente contrasto con quella di Galliani, che ha dichiarato finita la campagna acquisti estiva (la priorità ora diventerebbe qualche cessione, con Honda in bilico). Ma più delle eventuali parole strategiche dell’amministratore delegato, conta la sua dichiarazione di principio sui giovani: Romagnoli, Donnarumma e soprattutto De Sciglio, che piaceva alla Juventus e che potrebbe diventare il tormentone finale del mercato: “Non cediamo i nostri gioielli”: Il che non ha impedito a Montella di rilevare gli errori della squadra. La sconfitta a Napoli era stata infatti messa in preventivo, però lui si è arrabbiato lo stesso con chi ha sostanzialmente impedito che il Milan acciuffasse un imprevisto e non immeritato pareggio, grazie alla notevole rimonta di inizio ripresa.
STRIGLIATA A KUCKA – I destinatari principali dei rimproveri dell’allenatore sono stati Kucka per la sua espulsione fulminea e gratuita subito dopo il 3-2 di Callejon (due cartellini gialli quasi simultanei, uno per un fallo a centrocampo e l’altro per avere offeso il suscettibile arbitro Valeri) e il debuttante Gustavo Gomez per le ingenuità in marcatura che hanno concesso a Mertens totale libertà nel propiziare il primo e il terzo gol. “Ci siamo lasciati prendere dal nervosismo nelle difficoltà e abbiamo mancato di scaltrezza nel momento topico, rilassandoci: pensavamo di avere già ottenuto il risultato”.
DIFESA DA RIVEDERE – Sei gol incassati in due partite sono davvero troppi e la difesa in toto è finita sotto accusa per le distrazioni e per i sincronismi sbagliati. Il paraguaiano Gomez, lanciato dalla squalifica di Paletta, ha l’attenuante dello scarso affiatamento coi compagni: “Lui difende individualmente, deve imparare: è ancora istintivo”. Sull’istinto di Niang, che si è fatto a sua volta espellere per una seconda ammonizione evitabilissima e ha così determinato il finale in 9 e il quarto gol del Napoli, Montella ha sorvolato in pubblico, non in privato. Se sono peccati di gioventù, il Milan della linea verde dovrà commetterne un po’ meno. milan ac
- Protagonisti:
- vincenzo montella
Fonte: Repubblica