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Napoli, ora è vera crisi: falso nueve e turnover, gli errori di Sarri

Napoli, ora è vera crisi: falso nueve e turnover, gli errori di SarriInsigne e Sarri durante Napoli-Besiktas (reuters) NAPOLI – La notte non ha portato tweet: tutti sconcertati e senza parole, dopo una sconfitta (la terza di fila) che apre ufficialmente la crisi azzurra. Aurelio De Laurentiis, a caldo, si era sfogato con una fugace “visita” nello spogliatoio del Napoli: poi ha scelto più saggiamente la strada della riflessione. Il ko con il Besiktas va infatti maneggiato con cura e analizzato a 360 gradi, anche se Maurizio Sarri ne ha minimizzato la portata: intravedendo addirittura dei segnali di ripresa rispetto alle precedenti partite contro Atalanta e Roma. Per il tecnico, al di là degli errori individuali commessi dai suoi giocatori (e anche dall’arbitro), la prestazione degli azzurri sarebbe stata infatti incoraggiante: almeno dal punto di vista caratteriale. “Abbiamo fatto un passo avanti, la reazione c’è stata”. Ma stavolta è difficile essere d’accordo con lui. I 30 mila tifosi presenti al San Paolo hanno seguito in attonito silenzio tutta la sfida, faticando a riconoscere la loro squadra: apparsa per quasi tutti i 90′ in stato confusionale. Proprio la foga, apprezzata dell’allenatore, è stata la causa principale del pesantissimo passo falso, che rimette in discussione anche la qualificazione agli ottavi di Champions. Le certezze di Hamsik e compagni si sono sgretolate di colpo, non a caso dopo gli infortuni di Milik e di Albiol.

Il Napoli di Sarri era un meccanismo quasi perfetto, in cui tutti sapevano a memoria come muoversi e che cosa fare: anche dopo la cessione di Higuain, sostituito con un attaccante se non altro di pari ruolo. Dopo lo sfortunato ko in Nazionale del polacco è invece cominciato il caos, con la frettolosa bocciatura di Gabbiadini e il passaggio al “falso nueve”: che ha avuto un effetto domino sugli equilibri degli altri reparti. In più c’è stato il calo fisico, già intravisto prima della sosta contro l’Atalanta e sottovalutato dall’allenatore, che ha insistito fino a sfinirli con gli stessi giocatori. Il centrocampo senza mediani e di sola qualità, con Zielinski, Jorginho e Hamsik, può funzionare solo se i tre azzurri sono al top della loro condizione: altrimenti diventa facile preda per le incursioni degli avversari, come è successo di nuovo contro il Besiktas. Inspiegabili la rinuncia ad Allan e l’ostracismo per Diawara, che ha finalmente ha avuto una manciata di minuti a disposizione (i primi della stagione) e ha dimostrato di non essere poi tanto indietro. Il tecnico toscano ha preferito invece fare il turnover in difesa, dove già stava pesando l’assenza di Albiol per un problema muscolare. Inopportuni i ritorni di Maggio e Chiriches, gettati nella mischia in una notte di Champions League, senza il ritmo gara e nemmeno la protezione dei centrocampisti. Infine le sostituzioni punitive: stavolta è toccato a Insigne, dopo un rigore sbagliato. Con la Roma era successo a Gabbiadini. E ora la gestione dello spogliatoio rischia di complicarsi.

De Laurentiis vigila, convinto che Sarri saprà subito invertire la tendenza. Il calendario, in teoria, può dare una mano: con dietro l’angolo Crotone e Empoli. Ma il Napoli deve ritrovare se stesso, prendendo atto delle gravi difficoltà del momento: atletiche, tattiche, mentali. Gli errori dei singoli c’entrano solo fino a un certo punto. La mancanza di serenità contro il Besiktas ha coinvolto infatti perfino un veterano come Pepe Reina. Gli azzurri hanno smarrito la strada. Tocca al tecnico aiutarli a ritrovarla. 
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Fonte: Repubblica

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