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Nainggolan: ”Lulic, impara queste tre parole”. Legrottaglie: ”Comprati una cintura…”

ROMA – Una frase infelice, discriminatoria e detta con una leggerezza imbarazzante, così come il clima generato successivamente nei salotti televisivi. Senad Lulic è tornato sulle prime pagine del derby della Capitale, ma questa volta per un motivo completamente diverso rispetto a quello del suo gol storico nella finale di Coppa Italia del 2013. Quella, tra l’altro, è stata l’ultima vittoria della Lazio in una stracittadina e forse è anche per questi tre anni di delusioni un livello di frustrazione tale da esplodere in quel pensiero ingiustificabilmente dal retrogusto razzista al termine della partita: “Fino a due anni vendeva calzini e cinture a Stoccarda, ora fa il fenomeno”. 

L’EPISODIO – Lulic ce l’aveva con il difensore della Roma, Antonio Rüdiger, nato a Berlino ma originario della Sierra Leone, che alla vigilia della sfida aveva provocato i laziali con un’intervista sul quotidiano “Il Tempo”: “Non conosco il club, tantomeno il loro allenatore”. Durante la gara, poi, il giocatore tedesco ha continuato a pizzicarsi con la panchina biancoceleste, in un gioco di provocazioni fatto di sguardi irriverenti (in particolare dopo il gol di Strootman, da cui poi è nata l’espulsione di Cataldi) e di sfida. Ma nemmeno questo, ovviamente, può giustificare quanto detto da Lulic. Che successivamente (dopo qualche tentativo) si è scusato dicendo che a caldo dopo una sconfitta si dicono cose che non si pensano realmente, sostenuto dal club biancoceleste, attraverso le parole del responsabile della comunicazione Arturo Diaconale: “La società si duole e chiede scusa. Sono espressioni a caldo di un derby perso che ha fatto male ai giocatori, che erano molto abbattuti: lo sentivano molto. La frase di Lulic è una polemica andata oltre le righe, iniziata dal giocatore della Roma. Noi la vogliamo chiudere qui con le nostre scuse e quelle del calciatore”. Difficilmente questo passo indietro potrà bastare per evitare la squalifica per il giocatore bosniaco, che rischia fino a 10 giornate di stop. La Lazio è in attesa di conoscere la decisione del giudice sportivo di domani, poi deciderà come agire.  LE REAZIONI – Intanto il mondo del calcio si sta muovendo per prendere le distanze e mostrare solidarietà per Rüdiger, a partire ovviamente dai suoi compagni di squadra. Così ha commentato Juan Jesus: “Nel 2016 succedono ancora delle cose inaccettabili, ma peggio per loro che hanno un pensiero così. Gente senza cervello, gente senza un cuore, anzi non so se posso chiamare ‘gente’ . Tu Rüdiger hai dimostrato di essere grande in campo e non piccolo come quello là”.  A seguire Diego Perotti: “Non so se vende o non vende calze… Ma come gioca a calcio questo fenomeno!”. Poi Nainggolan: “No to racism. Qualcuno dovrebbe imparare queste tre parole”. Si è esposto pubblicamente, attraverso il suo profilo Facebook, anche l’esterno argentino dell’Atalanta, “El Papu” Gomez: “A me da piccolo hanno insegnato che quello che accade in campo rimane in campo, non si piange davanti a un microfono. Se il signor Rudiger vendeva calzini voglio complimentarmi, è un lavoro molto dignitoso”. as roma

ss lazio
Protagonisti:
senad lulic
radja nainggolan

Fonte: Repubblica

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