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Nasce la quarta categoria: un torneo per i ragazzi disabili

ROMA – Il calcio in Italia parte dalla serie A e giù giù arriva fino alla Terza Categoria, quella del dilettantismo puro, per qualcuno quella dello sport più vero. Ma adesso bisognerà usare l’imperfetto: sabato nasce la Quarta Categoria, torneo decisamente particolare, a cominciare dal fatto che le otto squadre sono gemellate (cioè sostenute) da altrettante di serie A, che hanno non 11 ma 7 giocatori e che soprattutto sono composte da ragazzi disabili, con ritardi cognitivi e difficoltà relazionali.

Il torneo si disputerà il sabato pomeriggio dal 21 gennaio al 29 aprile con partite di 30 minuti, ed essendo nato in Lombardia per quest’anno si svolgerà tutto a Milano, al centro del Football City di piazza Tirana 17. La finalissima però, il 13 maggio, sarà sul campo della Pontelambrese a Ponte Lambro, nel Comasco. E il fatto che sia il paese del presidente della Figc Carlo Tavecchio, spiega che questa non è solo una delle tante lodevoli iniziative di integrazione tramite lo sport sparse per l’Italia. Il torneo, oltre che del Centro sportivo italiano, organizzazione sportiva cattolica, ha infatti il forte sostegno di Federcalcio, della Lega Serie A, dell’Aia (che fornirà gli arbitri) e dell’Aiac (che formerà gli allenatori). Non a caso si sono trovati facilmente otto club di A (Milan, Inter, Genoa, Cagliari, Fiorentina, Sassuolo, Lazio e Udinese, “e altri seguiranno”, promette il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta) disposti ad adottare le squadre, ovvero a dargli materiale ufficiale per giocare. Gli accoppiamenti sono questi: Milan-Briantea84, Inter-Sporting4E, Genoa-ASD Calcio 21, Cagliari-Fuorigioco di Mantova, Fiorentina-Ossona, Sassuolo-Tukiki Minerva, Lazio-Gea Ticinia Novara, Udinese-Vignareal. 

Stamattina il materiale tecnico è stato consegnato ufficialmente ai rappresentanti delle otto squadre di disabili da parte dei dirigenti dei club di A, tra cui i vicepresidenti di Inter e Fiorentina Javier Zanetti e Giancarlo Antognoni, il presidente della Lazio Claudio Lotito, e il dg del Sassuolo Giovanni Carnevali. Una cerimonia speciale in un posto speciale, il Senato, alla presenza di Piero Grasso, che parla di “una bella pagina nella storia del calcio italiano che contribuisce a promuovere la cultura dell’integrazione infrangendo il muro del pregiudizio e gli ostacoli alla partecipazione piena delle persone con disabilità alle attività sportive”.

Non ci si fermerà a questa prima edizione, giurano tutti: “L’esperimento sarà allargato a tutto il territorio nazionale, diventerà una operazione di grossa portata”, spiega Tavecchio, al punto da prevedere in futuro un modello piramidale come la Serie A, la Serie B e la Lega Pro.  E Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico, aggiunge: “Lo sport è uno straordinario strumento per mettere in pratica politiche attive per far crescere un territorio e un Paese. Ma serve la capacità di mantenere alta l’attenzione sul diritto allo sport dei disabili. Da oggi abbiamo un’opportunità in più”.

A promuovere l’iniziativa, trovando poi appoggi sempre crescenti, è stata l’ASD Calcio 21 di Milano, associazione no profit che ha sede al centro Aldini Bariviera di Quarto Oggiaro e coinvolge ragazzi con sindrome di Down e ritardi cognitivi nella pratica del calcio a 7. “Il calcio – spiega la presidente Valentina Battistini – è uno sport di gruppo quindi può insegnare l’importanza del gioco di squadra, la bellezza dello stare insieme, la necessità del rispetto di piccole regole quotidiane, la gestione delle emozioni”. Una scuola calcio totalmente gratuita che vive di volontariato. Ma non bastava: serviva un torneo a livello nazionale. “La risposta alla nostra idea è stata rapida e positiva da parte di tutti”. Clamoroso: ogni tanto anche un business come il calcio sa ricordarsi di essere uno sport.
 

Fonte: Repubblica

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